Terzo mandato, Zaia attacca: “I parlamentari sono lì da 30 anni”

mercoledì 15 gennaio 2025


Luca Zaia sfida il Governo sul terzo mandato. “Via il vincolo”. Il presidente della Regione Veneto (al momento non ricandidabile) continua a ripetere che si tratta di “un’anomalia tutta nostra”. Ed “è stucchevole che la lezione venga da bocche che da trent’anni sono sfamate dal Parlamento. Io – avverte – ho delle priorità, e la principale si chiama Veneto. Quindi Veneto first, perché è giusto che l’amministratore delegato di questa regione rispetti e segua i veneti”. Nel mezzo, tra l’altro, c’è la “zeppa” istituzionale del ricorso di Palazzo Chigi contro la legge regionale campana che chiede la stessa cosa per Vincenzo De Luca. A dar manforte al collega di partito è arrivato anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che ha detto di ritenere sbagliata l’impugnazione del Governo sulla legge della Campania: “Ribadisco che è un errore – ha affermato, riferendosi al terzo mandato – perché c’è un’elezione diretta, massima espressione di democrazia. Credo che sia un motivo in più per dire che è giusto il terzo mandato”.

Intanto, in Veneto, più passano le settimane più si avvicina la resa dei conti (o l’accordo) tra alleati del centrodestra: Fratelli d’Italia da una parte, forte degli ultimi successi elettorali, rivendica per sé la poltrona nel palazzo veneziano, la Lega dall’altra, mette invece sul tavolo la sua presenza storica e capillare nelle amministrazioni del territorio, e un campione delle urne come Zaia. In questo duello non manca di inserirsi Forza Italia, che qui è già ai ferri corti da un po’ con il partito di Matteo Salvini: “Se il candidato in Veneto sarà espresso da Forza Italia sarò io, lo ha detto Antonio Tajani”, ha ribadito Flavio Tosi. L’europarlamentare forzista, ex sindaco di Verona ed ex leghista ha aggiunto: “È molto improbabile che il candidato sarà della Lega”. Luca Zaia e Giorgia Meloni si sentono spesso. Prima o poi bisognerà passare dai messaggi alla trattativa a tavolino per sbrogliare la matassa. “Giorno dopo giorno vedremo l’evoluzione della situazione, ne ho già fatte di corse in solitaria, così come nel centrodestra”, ha detto oggi Zaia.

“È ovvio che noi speriamo di fare una corsa unitaria”. Ma, ha avvertito, “al di là della localizzazione dei tavoli, noi veneti abbiamo una capacità di lettura istantanea che ci fa capire se una decisione è favorevole o contraria. Ben vangano le riflessioni, dopodiché bisognerà capire che continuità si darà a questa Amministrazione, e soprattutto quanto saranno rispettati i veneti”. I tempi per fare i ragionamenti ci sono, “ma io – ha precisato Zaia – non sono nella stanza dei bottoni, non ho mai partecipato a riunioni. Se prima vengono i veneti, soluzioni calate dall’alto di certo non saranno accettate. La lettura poi non dev’essere: Zaia vuol correre da solo. Ci sono dieci mesi davanti per questa Amministrazione, non sappiamo ancora se si andrà al voto nel 2025 o nel 2026, con il Comune di Venezia. Tempo per pensare e trovare una soluzione ce n’è”. Non è questa però la lettura di Fratelli d’Italia: “Spiace che il presidente Zaia abbia oggi personalizzato il tema del terzo mandato”, osserva il senatore Luca De Carlo, possibile candidato di Fdi.

“La norma che lo disciplina, il terzo mandato, esiste da tempo e non riguarda singoli casi specifici. Non è mai una buona idea adeguare le leggi alle esigenze contingenti. Riguardo la scelta del futuro candidato alle elezioni regionali del Veneto siamo sicuri che il centrodestra si farà trovare pronto all’appuntamento scegliendo, come è accaduto in passato, il miglior profilo in grado di rappresentare i veneti”. Zaia tuttavia ha voluto puntualizzare: “Non sto facendo alcuna battaglia sul terzo mandato. Ma con lo sblocco dei mandati è ovvio che mi ricandiderei. Darei una risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo”. E qui il governatore è sembrato voler andare al di fuori dei manuali della politica: “L’aspetto più importante è quello dei veneti. È innegabile: i veneti chiedono la mia ricandidatura. Non ci siamo mai trovati di fronte a una chiamata del popolo come questa”.

A Zaia replica sarcastico Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, davanti alle telecamere di Agorà, su Rai 3. “Troveremo un modo di sfamare Zaia che ha fatto l’amministratore locale, il ministro, lo sfameremo”. Al di là delle battute, Gasparri sottolinea: “La questione del numero dei mandati non è solo italiana. Negli Stati Uniti d’America, il limite ai mandati dei presidenti è di due mandati, come anche in Francia. Quindi il tema della durata dei mandati delle persone che hanno un potere monocratico esiste in tutto il mondo occidentale. Noi siamo favorevoli al fatto che anche in Italia, per i sindaci delle grandi città, per i presidenti delle Regioni, si mantenga la legge attuale, che non è contro Zaia o contro De Luca. È un principio che esiste in molte democrazie occidentali. Altro discorso è un consigliere regionale o comunale o un parlamentare che non governano una grande realtà”. Secondo Gasparri, “la discussione sul candidato governatore in Veneto, se sarà di Fratelli d’Italia, della Lega o di Forza Italia, è fisiologica e avviene in tutte le elezioni e in tutte le coalizioni. Io ho una sola certezza: in Veneto la coalizione di centrodestra sarà vincente. Abbiamo un tale vantaggio sulla carta che mi posso permettere di dire che il candidato sarà comunque vincente, che sia di uno o dell’altro partito. Anche noi abbiamo Flavio Tosi come candidato di partenza, poi troveremo la sintesi quando si voterà, alla scadenza dei 5 anni secondo la legge nazionale”.


di Manlio Fusani