Scontri ai cortei per Ramy Elgaml, 60 identificati a Roma e a Bologna

lunedì 13 gennaio 2025


“Non in suo nome”. La famiglia di Ramy Elgaml, il 19enne morto dopo un inseguimento dei carabinieri a Milano, “condanna fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore”. Sono circa 30 gli indentificati dalla Digos di Roma che sta indagando sugli scontri di sabato pomeriggio durante il corteo nella capitale per Ramy. Si tratterebbe di persone vicine agli ambienti anarchici, a gruppi antagonisti e ai collettivi studenteschi. Su di loro si sta concentrando l’attenzione degli investigatori per stabilire le responsabilità dei disordini. Non è escluso che a breve possano arrivare i primi denunciati. Sono in corso indagini, da parte della Digos, su quanto è avvenuto in centro a Bologna sabato sera: c’è già una trentina di manifestanti che sono stati identificati. La manifestazione per chiedere giustizia per Ramy, si è trasformata in una protesta segnata da danneggiamenti, incendi e atti vandalici in diversi punti del centro. Scritte sono state tracciate anche vicino alla sinagoga. In base a quanto si apprende, la Digos è al lavoro per identificare tutti i manifestanti: la posizione di una trentina di giovani, già riconosciuti, è ora al vaglio degli investigatori.

“Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni – ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle forze dell’ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”. Alla fine il bilancio è di otto agenti feriti a Roma e dieci rimasti lievemente contusi a Bologna: se a Roma, sabato sera, c’è stato un corteo che si è scontrato con le forze dell’ordine, a Bologna la protesta è stata più disorganizzata e incontrollata. Nella tarda serata, anche sulla scorta delle notizie che arrivavano dalla Capitale, gruppetti di ragazzi che avevano partecipato al presidio si sono sparpagliati per la città, seminando vandalismi e distruzione: ne hanno fatto le spese vetrine di banche e marchi di lusso, auto parcheggiate, cassonetti e fioriere.

Una notte, come l’ha definita il questore di Bologna Antonio Sbordone, di “violenza per la violenza”, senza uno specifico obiettivo politico. “Non vi è stata nessuna manifestazione politica – ha detto il sindaco di Bologna Matteo Lepore – ma solo devastazione. Un fatto di enorme gravità. A nome dei cittadini bolognesi chiedo che i responsabili vengano individuati, anche perché molte sono le immagini a disposizione. Come Amministrazione denunceremo e chiederemo i danni. Non ci sono cause giuste per devastare Bologna”. Nel percorso di devastazione un gruppetto di giovani incappucciati è passato da Via de’ Gombruti, dove ha sede la sinagoga di Bologna: qui hanno divelto un cantiere stradale per costruire una barricata e hanno imbrattato i muri della strada con scritte per Ramy, ma anche per Gaza. “Un grave attacco antisemita, che deve essere condannato con assoluta fermezza”, lo ha definito l’ambasciatore d’Israele in Italia Jonathan Peled. E la comunità ebraica ha invitato Lepore, dopo questi fatti, a togliere dal palazzo comunale la bandiera della Palestina.

La compostezza e l’equilibrio delle vostre condotte è l’esempio concreto della nostra civiltà giuridica e la fermezza delle vostre azioni garantisce la sicurezza pubblica della nostra collettività, assicurando costantemente la tenuta democratica delle Istituzioni. Grazie per il vostro quotidiano e silenzioso impegno”. Lo scrive il capo della Polizia, Vittorio Pisani, in una lettera aperta agli agenti pubblicata sul sito della Polizia, dopo “gli episodi di violenza che hanno caratterizzato le recenti manifestazioni” e che “hanno inevitabilmente turbato le nostre coscienze di servitori dello Stato nonché la civile convivenza delle comunità ove sono stati commessi”. “Solo l’elevato grado di professionalità dei poliziotti ha evitato che le violente proteste degenerassero, anche a rischio della propria incolumità”, sottolinea la Polizia introducendo le parole del capo. Nella lettera di ringraziamento ai poliziotti impegnati nelle recenti manifestazioni, Pisani osserva che “la libertà di manifestare è uno dei semi vitali della democrazia, ed abbiamo il dovere di garantirla. Nello stesso tempo – aggiunge – i comportamenti violenti ed illegali vanno perseguiti; e ciò va fatto con gli strumenti forniti dal diritto”.


di Duilio Vivanti