venerdì 10 gennaio 2025
Vincenzo De Luca non arretra. Anzi, rilancia. Il presidente della Regione Campania, nel corso di una partecipata conferenza stampa, cita Papa Wojtyla per commentare la decisione del Governo di impugnare la legge regionale sul terzo mandato. “Hanno forse paura di De Luca degli elettori”, attacca. “Non abbiate paura. Aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati. Per me non cambia nulla, andiamo avanti. La mia posizione non cambia di una virgola e non cambierà. Il punto di partenza e di arrivo delle mie decisioni non è la carriera romana ma sono le nostre famiglie, la povera gente e i problemi concreti”. Tutti i consiglieri regionali del Partito democratico in Campania, a dispetto dei diktat della segretaria dem Elly Schlein, sono presenti all’incontro. Il governatore aveva invitato i consiglieri del partito, che a livello nazionale, e non solo, ha più volte sottolineato che non candiderà De Luca nuovamente alla guida della Campania. E oggi, all’incontro, partecipano: il capogruppo Mario Casillo, Carmela Fiola, Massimiliano Manfredi (fratello del sindaco di Napoli), Erasmo Mortaruolo, Gennaro Oliviero (presidente del Consiglio regionale), Maurizio Petracca, Francesco Picarone, Loredana Raia.
“La legge in Italia, è uguale per tutti, o tranne per uno che è il signore che vi sta parlando?”, ironizza De Luca. “La decisione del Governo è contra personam. Noi abbiamo approvato una legge che recepiva il secondo mandato. Per consentire al Governo di completare il lavoro in corso. Non abbiamo approvato la legge per De Luca. Ricordo anche che il Veneto è già al terzo mandato in corso”. De Luca ha la “sensazione che finirà come sulla legge sull’autonomia che è stata smantellata”. A suo avviso, “da un lato c’è la legge politicante e dall’altro ci siamo noi”. Il governatore prova “un sentimento di grande orgoglio per l’attenzione che mi è stata dedicata. Pensare che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in questo quadro internazionale abbia trovato il tempo per interessarsi della Regione Campania è motivo di orgoglio”. Poi, per la gioia del suo alter ego comico Maurizio Crozza, De Luca chiosa sarcastico: “Il presidente ha rapporti con i potenti del mondo: Trump, Musk, Lollobrigida, Donzelli”. E ancora un affondo: “Mi rimane un dubbio sui valori della coerenza, in particolare rispetto ai rapporti con Musk. Abbracci, slinguazzamenti con uno che ha 11 figli. È vero: Musk non paga i partiti ma si fa pagare dai partiti perché fa affari con i partiti”.
De Luca è convinto di andare “avanti con ancora maggiore determinazione. Faremo una battaglia di libertà e di civiltà. Spiegheremo ai giovani cosa è la democrazia viva. Potete perfino considerarmi uno di quelli che Ignazio Silone chiamava cristiani assurdi”. I cristiani assurdi, spiega, “sono quelli per i quali il Vangelo non è una scrittura ma una testimonianza di vita. Trasferiti i cristiani assurdi sul piano politico per noi la politica non è il mercato degli incarichi ma è sacrificio. Qui in Campania non c’è la concentrazione di potere ma solo di sacrificio e di mutilazione di vita perché qui nulla cammina da solo. Ci muoveremo da cristiani assurdi. Faremo appello con grande umiltà ai nostri concittadini e chiederemo loro di essere protagonisti del loro futuro”.
De Luca cita Parmenide per parlare del Pd e del fatto che non sosterrà la sua candidatura alle Regionali. A chi gli chiede della posizione del Pd e della sua posizione verso il Pd, risponde: “Come diceva Parmenide l’essere è, il non essere non è”. Cita anche Eugenio Montale: “Non chiederci la parola”. Poi a chi in conferenza insiste nel chiedere a De Luca come si porrà rispetto al Pd e a un eventuale candidato del centrosinistra per le Regionali, risponde: “Non siamo in vendita e non cederemo mai la dignità di Napoli e della Campania”. E se la Consulta dovesse decidere prima della elezioni? “Uno dei tentativi che fa chi ha paura degli elettori è creare paura e incertezza. Noi ci muoveremo in un contesto di legalità e pensiamo a lavorare. Punto”, risponde.
di Manlio Fusani