giovedì 19 dicembre 2024
A Bruxelles Giorgia Meloni, insieme agli altri leader europei, ha partecipato al vertice con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il segretario generale della Nato Mark Rutte. Nel corso dell’incontro durato circa tre ore, secondo quanto si apprende, l’Italia, anche come Presidenza G7, ha ribadito “il sostegno all’Ucraina e alla sua legittima difesa”, con l’obiettivo comune di costruire “una pace giusta e duratura sulla base del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”. Dal capo del Governo di Kiev è arrivato un altro appello ai leader dell’Unione europea: per l’Ucraina è “importantissimo” che l’Europa abbia una posizione “unitaria” e non si divida su come aiutare il Paese invaso dalla Russia, ha sottolineato Zelensky. L’incontro nella residenza di Rutte, insieme al Consiglio europeo di oggi, ha detto Zelensky, “è un’ottima opportunità per parlare di garanzie di sicurezza per l’Ucraina, per oggi e per domani”. In un’intervista al giornale francese Le Parisien però il leader ucraino ha riconosciuto che sarà difficile per Kiev riprendersi Donbass e Crimea: “Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli”.
La presidente del Consiglio, dopo il vertice, ha fatto rientro nell’albergo dove alloggia nel centro di Bruxelles. L’incontro nella residenza di Rutte è stato preceduto dal bilaterale tra Zelensky ed Emmanuel Macron – che subito dopo è decollato per l’isola di Mayotte – e poi tra il presidente ucraino e il segretario generale dell’Alleanza Atlantica. Gli altri leader europei sono sopraggiunti subito dopo la cena del vertice Ue-Balcani, poco dopo le 21. All’incontro hanno partecipato il ministro degli Esteri del Regno Unito David Lammy, il presidente della Polonia Andrzej Duda, il cancellerie tedesco Olaf Scholz, la premier danese Mette Frederiksen – in rappresentanza dei paesi scandinavi e baltici – il primo ministro olandese Dick Schoof. Presenti anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, che in mattinata accoglierà Zelensky al summit dei 27.
“Ieri sera ho incontrato i leader europei e Volodymyr Zelensky nella mia residenza ufficiale. Abbiamo discusso di come rafforzare urgentemente il supporto militare ed economico per l’Ucraina”, scrive in un tweet Rutte. “Dobbiamo contare ancora sull’unità, sull’unità tra gli Stati Uniti e l’Europa. È molto difficile sostenere l’Ucraina senza l’aiuto dell’America. Ed è di questo che parleremo con il presidente Donald Trump quando sarà alla Casa Bianca”, ha commentato Zelensky. Secondo l’alto rappresentante ue per la politica estera Kaja Kallas, le capitali occidentali dovrebbero smettere di proporre colloqui di pace al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e assicurarsi invece che le loro promesse di garanzie di sicurezza a Kiev non siano “vuote”. In un’intervista al Financial Times in vista del summit Ue che si aprirà questa mattina a Bruxelles, Kallas afferma che “non ha senso spingere Zelensky a parlare quando Vladimir Putin non vuole parlare. Non possiamo parlare di forze di pace quando non c’è pace. E perché non c’è pace? Perché la Russia non vuole la pace”. Il Regno Unito fornirà all’Ucraina equipaggiamenti militari per un valore di 225 milioni di sterline (273 milioni di euro), tra cui droni, sistemi di difesa aerea e munizioni: lo ha annunciato il ministero della Difesa britannico in un comunicato stampa. L’annuncio arriva il giorno dopo la visita del segretario alla Difesa britannico John Healey a Kiev, dove ha incontrato il suo omologo Rustem Umerov e si è impegnato a “intensificare” il sostegno del Regno Unito all’Ucraina nel 2025.
Ma nel corso del Consiglio europeo di oggi, oltre alla guerra in Ucraina si affronterà anche la crisi in Siria, dopo la caduta del regime di Assad. Così come i rapporti con gli Stati Uniti, in vista dell’imminente ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. Questi i principali temi sul tavolo dei leader dei 27 Paesi dell’Ue che oggi si riuniranno per il primo Consiglio europeo della nuova legislatura, sotto la guida del neopresidente Antonio Costa. Un vertice nel quale Giorgia Meloni intende porre l’accento su due dossier cari all’Italia: la crisi dell’automotive e la gestione dei flussi migratori. Il tema della regolazione Ue del settore auto, secondo quanto si apprende, potrebbe essere sollevato nel corso del Consiglio, d’intesa con altri Paesi come la Repubblica Ceca, con l’obiettivo di iniziare a porre la questione in vista del summit di marzo 2025, che sarà dedicato proprio ai temi economici. Della questione, Meloni ha parlato ieri in Senato durante il dibattito sulle sue comunicazioni: “Sull’automotive dobbiamo rivedere le scelte, dobbiamo lavorare con pragmatismo e serietà, dobbiamo difendere una filiera fondamentale della nostra industria”, ha messo in guardia la premier definendo “insensata” la corsa all’elettrico.
Il dossier migranti sarà uno dei topic del Consiglio ma verrà affrontato anche in un incontro a margine promosso da Italia, Olanda e Danimarca e al quale dovrebbero prendere parte anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la Repubblica Ceca, Svezia, Cipro, Grecia, Polonia, Malta e l’Ungheria per la presidenza di turno del Consiglio Ue. Difendere “il modello Albania”, ovvero l’intesa sui centri per i migranti siglata con il Paese di Edi Rama (che oggi, prima del vertice sui Balcani occidentali, ha avuto un breve colloquio con Meloni) è una delle priorità indicate dalla premier nel suo intervento a Palazzo Madama prima di partire per Bruxelles: “Il protocollo con l’Albania è un metodo molto efficace per combattere la mafia del mare, e quello che vi ho chiesto è di aiutare l’Italia a combattere questa mafia. Noi difendiamo quel modello”, ha rimarcato Meloni. Ieri però è stato il giorno del summit sui Balcani occidentali, che di fatto ha sancito un passo avanti nel processo di integrazione europea dei Paesi dell’area. Per Meloni “non c’è altra via che il completamento della riunificazione dei Balcani occidentali all’Europa”. “Il nostro messaggio deve essere di una scelta assolutamente chiara, un segnale evidente che la riunificazione – non si tratta di un allargamento, a mio parere: si può allargare un club, ma si riunifica una civiltà – dovrà essere concretamente una delle principali priorità di questa legislatura”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia in un passaggio del suo discorso, dove ha lodato in particolare gli sforzi compiuti da Albania, Montenegro, Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina e Serbia per le riforme necessarie all’ingresso nella Ue.
“La situazione nel conflitto in Ucraina sta cambiando “drasticamente” e la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi “obiettivi prioritari”. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin nella sua conferenza stampa di fine anno. Il ministro della Difesa Guido Crosetto intanto commenta le parole di Zelensky, il quale ha detto ieri che l’Ucraina non riuscirà a riprendersi la Crimea e il Donbass: “Il primo duro monito sull’impossibilita fisica di reggere un confronto a lungo termine lo ha lanciato l’Italia, lo ha lanciato il sottoscritto. Sono stato il primo a dire che c’è un problema di persone e che le guerre non si vincono con la ragione, col diritto e con l’anima, ma purtroppo si vincono anche col numero di persone che le combattono e quando il confronto è tra due Paesi che hanno bacini diversi alla fine arrivi ad avere il problema di cui ha parlato Zelensky”. “Questo problema l’ho posto alla Nato e all’Ue un anno fa ed è da allora che noi stiamo lavorando per la pace. Già con la missione del cardinale Matteo Zuppi eravamo convinti che dovevamo costruire le condizioni di una pace seria ed è quello che faremo”, ha aggiunto Crosetto. Ieri, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, al termine del vertice del Ppe pre-Consiglio europeo, ha detto che in Ucraina “bisogna lavorare per un cessate il fuoco tutelando l’integrità del Paese”. Giudicando al momento “un periodo ipotetico” la possibilità di inviare truppe di peacekeeping. “È prematuro”, ha aggiunto.
di Ugo Elfer