mercoledì 18 dicembre 2024
La Manovra sarà votata venerdì 20 dicembre. Il testo approderà in aula domattina alle 8 e in tarda mattinata sarà posta la fiducia. Discussione, dichiarazioni di voto e voto finale ci saranno entro la tarda serata di venerdì. È quanto deciso dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Ma i tempi potrebbero variare in caso di un eventuale breve ritorno “tecnico” del testo in commissione, circostanza di cui si sarebbe parlato – secondo quanto si apprende dall’opposizione – in capigruppo ma che, se confermata, dovrebbe emergere domani mattina. Frattanto, niente da fare in Manovra per l’apertura di un nuovo semestre per la scelta da parte del lavoratore di spostare il Trattamento di fine rapporto dall’azienda alla previdenza complementare con la regola del silenzio-assenso. La proposta di modifica di Fratelli d’Italia alla Manovra, infatti, non è entrata nella Legge di bilancio durante l’esame in commissione alla Camera. Si starebbe comunque ragionando sull’ipotesi dell’inserimento in un altro provvedimento. Arriva, invece, il fondo “dote famiglia” che dal prossimo anno erogherà dei bonus per lo sport e le attività extrascolastiche degli under14 di famiglie con reddito basso. La misura è prevista da un emendamento dei relatori alla Manovra approvato nella notte dalla commissione Bilancio della Camera. Il fondo avrà una dote di 30 milioni per il 2025, che è anche il limite di spesa, per concedere ad associazioni e società sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore un contributo per le prestazioni erogate in favore dei giovani. Il contributo sarà stabilito da un decreto del presidente del Consiglio dei ministri e sarà riconosciuto per “ciascun figlio a carico con età compresa tra 6 e 14 anni” come concorso al rimborso per le prestazioni sportive e ricreative erogate in favore di famiglie con reddito Isee fino a 15mila euro.
Il bonus per ristrutturare casa e l’ecobonus per la riqualificazione energetica restano al 50 per cento per il 2025 per le prime case, e al 36 per cento per le seconde, come previsto dalla Manovra, ma con una stretta sulle caldaie alimentate a combustibili fossili che non potranno essere più portate in detrazione. Il testo approvato dalla commissione Bilancio ha accolto infatti un emendamento di Forza Italia (Roberto Pella e Francesco Cannizzaro), che chiedeva di escludere le caldaie a gas dalle agevolazioni. Confermato a 50 milioni a di euro per l’anno 2025 l’incremento del Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria. Lo prevede il nuovo articolo della Legge di bilancio, come emendato dalla Commissione bilancio e poi approvato nella seduta di ieri notte. Inoltre, lo stesso articolo proroga al 2025 il contratto tra il Ministero dello Sviluppo economico e la società Centro di produzione Spa, e per lo svolgimento del servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari autorizza la spesa di 8 milioni di euro per il 2025.
“Quanto approvato ieri in Commissione Bilancio alla Camera in merito al sostegno per l’editoria è l’ennesima dimostrazione di quanto questo Governo sia garante della democrazia. Da 20 a 50, i milioni messi a disposizione per il settore della stampa. Ha ragione il presidente Maurizio Gasparri quando parla di battaglia vinta. Il pluralismo dell’informazione e quanto sancito nell’articolo 21 della nostra Costituzione è sacrosanto, la politica ha il compito di tutelare e preservare tale diritto. Obiettivo centrato ma non basta”. Ad affermarlo in una nota è il senatore di Forza Italia Raffaele De Rosa, capogruppo in Commissione Affari esteri e Difesa. “È ormai giunto il tempo di scrivere una nuova riforma che rilanci tutto il comparto dell’informazione. Leggi canute, anacronistiche, logorate dalle odierne frontiere del giornalismo che viaggia sempre più sull’online. Dobbiamo formare, con parametri che guardano al futuro le nuove leve, costruire figure ancor più professionali, la stampa non può più essere schiava dei turisti dell’informazione, dei montatori incalliti di fake news, è arrivato il momento di riflettere per una riforma radicale, ad oggi ci sono troppi iscritti e pochi giornalisti”, conclude il senatore.
di Manlio Fusani