A Roma inneggiano alla morte di Salvini

mercoledì 18 dicembre 2024


Solidarietà al ministro e vicepremier Matteo Salvini per una scritta ignobile e scellerata con cui qualche vandalo esaltato gli ha augurato addirittura la morte. Il cattivo augurio è inoltre condito da un epiteto poco raffinato.

In bella vista nella stazione ferroviaria di Roma Ostiense, davanti agli occhi di qualunque passeggero dei tanti treni che di lì passano quotidianamente, in una delle zone storiche della capitale italiana dove molti italiani hanno versato il sangue per combattere contro gli invasori tedeschi nazisti, appare una scritta su un pannello giallo contenente le seguenti raccapriccianti nonché barbare parole: “Salvini f*ocio muori”.

Siamo proprio a due passi dalla Piramide, luogo dove spesso alcuni centri sociali organizzano passerelle nazionali pro-Hamas e antioccidentali, siamo in uno dei luoghi che tutto dovrebbe ispirare tranne quella illiberale e violenta scritta.

Evidentemente c’è chi ritiene che gli insulti e gli auguri di morte siano parte del lessico della lotta politica, non capendo che invece quei metodi sono antitetici ad ogni sensata forma di battaglia.

Solidarietà a Matteo Salvini per quell’attacco violento che è passato “inosservato” pur passando davanti agli occhi e nelle attenzioni di tante persone. Si dovrebbe analizzare il circuito di telecamere presenti in stazione Ostiense per individuare chi si è spinto in modo così lessicalmente violento, per punirlo in tempi ragionevoli e secondo lo Stato di diritto liberal costituzionale.

Diventare indifferenti o ignavi davanti a questi attacchi immorali perpetrati contro gli uomini delle istituzioni democratiche nonché contro il governo significherebbe cedere patenti di legittimità a violente forme di mentalità politiche o pseudo-tali. Queste violente e deturpanti forme di espressione un domani potrebbero sfociare in comportamenti di ancora più immediata pericolosità sociale. Bisogna fermare lo scempio di civiltà che sta crescendo nelle nostre metropoli e in particolare nella nostra amata capitale italiana.

Con un po’ di saggezza popolare ricordiamo che la morte non si augura nemmeno ai propri peggiori nemici, senza considerare che in politica non si è mai nemici, bensì avversari.

Muoia la violenza, non Salvini.


di Luigi Trisolino