Manovra, Meloni: “No a lezioni da chi dà 300mila euro pubblici a Grillo”

martedì 17 dicembre 2024


Giorgia Meloni sale in cattedra e attacca l’opposizione. La presidente del Consiglio, in sede di replica nel dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo a proposito dell’emendamento alla Manovra, lancia una stoccata alla minoranza. “Prendo atto che per alcuni colleghi dell’opposizione lo stipendio dei parlamentari troppo alto per un ministro bisognerebbe essere conseguenti nelle proposte che poi si fanno” ma “eviterei di farmi dare lezioni particolarmente dai colleghi del Movimento 5 stelle perché è possibile che questa norma non vada bene, ma detto da quelli che hanno speso soldi degli italiani per dare 300mila euro degli italiani a Beppe Grillo anche no. Sì, sono soldi pubblici quelli che prendono i gruppi parlamentari e i partiti e quindi gli avete dato soldi pubblici”. Intanto, slitta la ripresa dell’esame della Manovra in Commissione Bilancio alla Camera. Prevista alle 15, i lavori riprenderanno soltanto al termine delle votazioni sulle comunicazioni della premier in Aula.

La seduta notturna della commissione Bilancio sulla Manovra non è bastata per chiudere l’esame degli emendamenti. L’obiettivo resta comunque quello di chiudere in giornata con il via libera al mandato ai relatori. Lo conferma uno dei relatori, la deputata Ylenja Lucaselli di Fratelli d’Italia: “Sì, assolutamente sì”, si chiude oggi, risponde ai cronisti. “Non manca molto, un paio d’ore e finiamo tutto”. La maratona notturna in Commissione ha portato all’approvazione di numerosi emendamenti. Fra le principali novità, salta l’equiparazione dei compensi dei ministri e sottosegretari non parlamentari a quelli dei colleghi eletti. Un emendamento riformulato dei relatori alla Manovra prevede solo il “diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni”. A questo fine è istituito presso la Presidenza del consiglio dei ministri un Fondo con una dotazione di 500mila euro annui dal 2025. Le risorse sono destinate alle Amministrazioni interessate con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia. Cambia poi la norma sul divieto ai compensi extra Ue, la cosiddetta norma anti-Renzi. Un emendamento riformulato dei relatori alla Manovra esclude i componenti del Governo (inclusi inizialmente), introduce il vincolo di un’autorizzazione e fissa un tetto ai compensi. La norma riguarda solo presidenti di Regione e delle province autonome di Trento e Bolzano e i parlamentari, fatta eccezione per coloro che sono stati eletti all’estero: non potranno “accettare, durante il proprio mandato, contributi, prestazioni, controprestazioni o altre utilità erogati, direttamente o indirettamente, da parte di soggetti pubblici o privati, anche mediante interposizione di persona o di società o enti, non aventi sede legale e operativa” nell’Ue o paesi dello spazio economico europeo. Il divieto “non si applica in caso di preventiva autorizzazione” degli organi di appartenenza, solo nel caso in cui il compenso percepito non superi i 100mila euro l’anno. Arriva poi un fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore delle studentesse e degli studenti nelle scuole. La proposta di modifica, voluta dal Pd e inserita nella Manovra prevede una dotazione di 10 milioni per il 2025 e 18,5 milioni a decorrere dal 2026. Salta invece l’incremento dell’1,8 per cento per il 2025, delle tariffe autostradali corrispondente all’indice di inflazione programmato nel Piano strutturale di bilancio 2025-2029 previsto in un emendamento dei relatori alla Manovra. Il Governo ha dato, infatti, parere di invito al ritiro all’emendamento dei relatori in materia. Via libera a un aumento di 5 punti, dal 25 al 30 per cento del limite di detassazione delle mance che il personale che lavora nei bar o nei ristoranti riceve dai clienti. E ok a un innalzamento da 50mila a 75mila del tetto di reddito sotto la quale si applica. La Commissione ha approvato inoltre un emendamento della Lega che introduce un bonus per l’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica per sostituire apparecchi obsoleti. Il contributo può corrispondere al massimo al 30 per cento del costo dell’elettrodomestico e in misura non superiore a 100 euro per apparecchio, elevati a 200 se l’Isee del nucleo familiare dell’acquirente è sotto i 25mila euro. Il contributo è fruibile per un solo elettrodomestico.

Sale di 256 cattedre l’organico aggiuntivo dei docenti di sostegno. Lo stanziamento inizialmente previsto dal Governo, grazie ad un emendamento alla Manovra, è stato rivisto al rialzo di 25 milioni. “Questo ci consentirà di incrementare i docenti a tempo indeterminato di 1.866 unità. È un segnale di grande attenzione di questo Governo nei confronti dei temi della disabilità e del precariato scolastico, pur in un contesto di scarsità di risorse dovuto, in particolare, alla voragine nei conti pubblici determinata dal bonus 110 per cento”, ha detto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Ulteriore compiacimento è espresso dal ministro per la misura dell’incremento degli organici degli uffici scolastici regionali per 101 unità. “Si avvia a soluzione la problematica delle gite di istruzione i cui appalti saranno gestiti dagli Usr, esonerando in tal modo le scuole da tali gravose attività. Dopo la proroga concessa da Anac, abbiamo tenuto fede all’impegno di garantire lo svolgimento degli appalti scolastici rispettando i nuovi parametri introdotti dalla riforma Pnrr del codice dei contratti pubblici”.

Salgono da 20 a 50 milioni di euro i fondi destinati a misure in favore dell’editoria nel 2025. Lo prevede un subemendamento dei relatori alla Manovra. A parte la cifra che aumenta, non cambia il resto della norma che stanzia fondi “in considerazione degli effetti economici derivanti dall’eccezionale incremento dei costi di produzione e al fine di sostenere la domanda di informazione”. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, attraverso una nota esprime “grande soddisfazione per la battaglia vinta soprattutto da Forza Italia, d’intesa con la Presidenza del Consiglio, per ripristinare dei fondi per l’editoria che garantiscono il pluralismo e l’informazione in Italia. Bisogna semmai sostenere ancora di più l’editoria grazie ai proventi che prenderemo dai giganti della rete che saccheggiano l’editoria e inondano il mondo di fake news. Ai 50 milioni già ottenuti con l’emendamento appena approvato, si aggiungeranno cifre analoghe che saranno recuperate grazie all’iniziativa a cui sta dando un contributo essenziale il Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio con il sottosegretario Alberto Barachini. Ci sono alcuni giornali che indubbiamente svolgono una funzione antagonista e polemica, ma questo fa parte della democrazia. La gran parte dei giornali dà un contributo importante e positivo. Non sono tutti come qualche ‘iena’ in circolazione dedita all’offesa e all’insulto”.


di Manlio Fusani