giovedì 28 novembre 2024
Come vedono questo mondo in ebollizione i cultori del wokeism puro e duro? Ovviamente, come gli irenisti che si rifiutano di prendere atto della cruda realtà così com’è e che, per giunta, loro stessi hanno contribuito a creare attraverso i poco raccomandabili bias ideologici progressisti, come migrazioni aperte e globalizzazione senza regole. Il mondo che esiste, cioè, è al contempo bello e brutto, gentile e genocidario, povero e ricco. Anzi, enormemente ricco per quei pochi che hanno individualmente in banca più del Pil di qualsiasi Paese del terzo/secondo mondo. E sempre questi ultimi, i super ricchi, sono anche i Mangiafuoco dei burattini wokeist. Si veda in merito come la pensano e finanziano il politically correct i signori della Silicon Valley, o i sionisti alla rovescio alla stregua di George Soros.
Tutti entusiasti costoro di auto castrare l’Occidente, in base a un giudizio di colpevolezza che la storia non può dare e che non darebbe mai, in quanto agisce per “contestualizzazione” degli eventi e dei processi. Per gli ultimi fatti dei mandati di cattura internazionali per premier ed ex ministro della difesa israeliani, come per quelli precedenti nei confronti di Vladimir Putin e dei dirigenti di Hamas (ormai nel regno dei più), anche il simulacro giudiziario woke, la Corte penale internazionale (Cpi), è oggettivamente un ferrovecchio, così come lo è l’ordine internazionale voluto dalla pax americana dal 1945 a oggi. E questo per un semplice motivo: per far rispettare le loro decisioni, a Cpi e Onu manca la “forza” (ovvero, rispettivamente, una polizia giudiziaria e un esercito internazionale), che invece hanno e usano contro di noi i due grandi nemici dell’Occidente, Russia e Cina.
Il mondo come lo abbiamo conosciuto finora è finito a seguito del verificarsi dei seguenti eventi. In primo luogo, la guerra di invasione della Russia in Ucraina, con il recente coinvolgimento diretto della Corea del Nord, a sua volta fornitore di armi al regime putiniano per sostenerne lo sforzo di guerra. All’ingresso diretto sul campo di battaglia del regime nordcoreano, si associano gli interventi indiretti di Iran e Cina per le forniture belliche a Mosca, alle quali fa da contraltare l’invio di armi occidentali per la difesa di Kiev. Secondariamente, il conflitto a Gaza, non più limitato a israeliani e palestinesi, con il coinvolgimento diretto dell’Iran e dei suoi proxy. Infine, giocano un ruolo fondamentale in questo sconvolgimento planetario il terzomondismo e l’antioccidentalismo viscerale delle Nazioni unite, che va di pari passo con il “non” riconoscimento del diritto internazionale da parte dei quattro quinti del mondo, che si identificano idealmente nei Brics e nel Global south.
All’attuale crisi delle istituzioni mondiali, si sommano infatti la completa paralisi del Consiglio di sicurezza e del Wto, l’Organizzazione del commercio mondiale. Inutile farsi illusioni che quel vecchio mondo ritorni. Con lui, per nostra fortuna, è declinante e moribondo anche il woke dei diritti delle minoranze che opprimono le maggioranze: il che fa dei wokeist gli abitanti di un perfetto mondo alla rovescia, ai quali pertanto va interamente addebitato il ritorno nel mondo dell’estrema destra e dei movimenti sovranisti anti-élite.
Così come ai palestinesi, agli iraniani e ai libanesi va interamente addebitata la scelta dei leader fondamentalisti che li governano, sottoscrivendo di conseguenza gli statuti di regimi e movimenti islamici che predicano sia la cancellazione di Israele dalle mappe geografiche dell’Occidente, sia l’eliminazione dalla geopolitica contemporanea del grande satana, che poi coincide con l’Occidente e con i suoi valori secolaristici. Questa e non altra è la realtà di oggi, per chi cerca di analizzare con l’oggettività dell’anatomopatologo il tipo di veleni che stanno covando nelle viscere del mondo. E oggi la situazione è questa: i quattro quinti dell’umanità vanno da un’altra parte, rispetto al diritto internazionale. Sul tavolo dell’Occidente non rimangono che vuote illusioni. Noi europei, in particolare, con il Trump II dovremmo provvedere da soli alla nostra difesa da fortissimi aggressori (Russia e Iran), che non mancheranno di continuare ad assediarci da qui a due secoli. Finora, il welfare europeo lo abbiamo sostenuto con i risparmi di spesa per gli armamenti, visto che quelli li pagava il governo americano con la sua protezione a tutto campo (convenzionale e nucleare). Già da Barack Obama, non è più così. Bisogna che ce ne facciamo tutti una ragione.
Per ora, la cosa minima da fare è creare una Onu 2.0 del Global north democratico, per cui dentro ci stiano solo e soltanto tutte quelle Nazioni che rispettino un set minimo di valori democratici, come Stato di diritto e istituzioni indipendenti. Queste ultime comprendono: il Potere giudiziario; l’autonomo controllo degli atti su Governo e Pubblica amministrazione; l’indipendenza e la sovranità del Legislativo sull’Esecutivo e le Costituzioni democratiche fondate su Liberté, Egalitè, Fraternitè. Basta e avanza per guardare avanti.
Perché, poi, Vladimir Putin, e quelli che verranno dopo di lui, apparteranno sempre alla razza padrona di Make Russia great again. E in questa visione totalitaria quasi escatologica, che dura da cinque secoli, l’Europa orientale e slava non può che fare parte della grande Russia. Altro che Trump! Per di più, il sogno politico-religioso della terza Roma, oggi mutilata della sua anima slava europea dopo la caduta dell’Urss, ha il sostegno di grandissima parte della popolazione e dell’opinione pubblica russe. La guerra in Ucraina, secondo tutti i più importanti analisti del mondo, avrà effetti primari e secondari di separatezza Russia-Europa destinati a procrastinarsi per almeno mezzo secolo, da qui in futuro. Questo accade perché Cina e Russia sono stati (e si sentono in pectore) gli eredi imperiali di Roma, nel caso di Mosca, e del mondo, per Pechino, visto che gli imperatori cinesi precedono di migliaia di anni quelli di Roma. “Loro”, quindi, ragionano e continueranno a farlo per secoli e millenni in termini di potenza.
Con questo spirito Xi Jinping intende conquistare il mondo, con il commercio e con la forza se serve. Altro non c’è nelle loro teste. Apriamo gli occhi, citoyens du monde soi-disant “libre”.
di Maurizio Guaitoli