giovedì 28 novembre 2024
Le schermaglie del centrodestra preoccupano Maurizio Lupi. Il leader di Noi moderati commenta le spaccature registrate nella maggioranza sul canone Rai e sulla sanità. “Io ricordo sempre a tutti che i Governi non cadono mai per una spallata dell’opposizione, ma per le divisioni della maggioranza”. Lo afferma Lupi in un’intervista a Repubblica. “Non è il nostro caso – ammonisce Lupi – ma dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione, con responsabilità e serietà”. Tuttavia, il leader di Noi moderati assicura: “Non vedo l’inizio di una crisi di Governo, anche perché la questione in sé non può scatenarla. Siamo tutti d’accordo che la Rai sia un servizio pubblico fondamentale e che vada finanziata, si è discusso su come farlo. È stato un inciampo, ha ragione Giorgia Meloni. Anche su altre questioni ci sono state distinzioni in passato, come sul terzo mandato”. Per Lupi, “la cosa più importante è capire che abbiamo davanti una sfida di Governo. Serve un metodo. Non vince uno o perde l’altro, perdiamo tutti se falliamo questa sfida. O vinciamo se siamo uniti, come alle Europee”.
Maurizio Lupi, ai microfoni di Rtl, approfondisce la querelle sul canone Rai. “La Lega proponeva di diminuire il canone, una sua battaglia, ma Forza Italia e anche alcuni di noi, pensa fosse meglio – essendo 20 euro – non abbassare il canone, ma finanziare il servizio pubblico tramite la fiscalità generale. Salvini – aggiunge Lupi – dice che questa è da sempre una battaglia della Lega. Penso che sia naturale e giusto che ogni partito abbia le sue battaglie. La nostra forza è essere una coalizione che, alla fine, ha una visione unitaria. In questo momento, però, credo che sia importante ricordare che chi ci ha votato – ma anche tutti gli altri cittadini – ci chiede di governare, di andare avanti e di attuare il programma. Le differenze tra di noi esistono e sono una ricchezza, ma è fondamentale abbassare i toni”. Secondo Lupi, “la Rai deve utilizzare bene le risorse che le vengono date ed è importante avere un servizio pubblico. Bisogna tornare a riflettere su cosa la Rai debba fare e su cosa significhi davvero servizio pubblico. Pensate, ad esempio, alle dirette del tennis, uno sport che è sempre sembrato elitario: se voglio guardare una partita in televisione, devo pagare un canone o un abbonamento a chi la trasmette. Credo sia giusto fare servizio pubblico, ma che si occupi di offrire alcune cose”.
di Manlio Fusani