Dalla parte dell’Elevato

giovedì 28 novembre 2024


Si sono letti, in questi giorni, diversi articoli concernenti l’assemblea del Movimento 5 stelle che si è svolta la scorsa domenica a Roma e che ha sancito, di fatto, la “contizzazione” del partito. Sembra che in molti diano per scontato ciò che invece scontato non è (e già ci sono i primi segnali): Beppe Grillo venderà cara la pelle prima di rassegnarsi di vedere la sua creatura politica in mano a quello che fu l’avvocato del popolo. Il comico genovese, a voler essere intellettualmente onesti, un po’ di ragionare ce l’ha. Adesso magari starà nella sua casa genovese a giocare a rubamazzo con il fedele Danilo Toninelli (finalmente per quest’ultimo un gioco facilmente comprensibile) e ogni tanto rimembra i giorni nei quali intorno a quel tavolo era seduto con il vulcanico Gianroberto Casaleggio a creare qualcosa di indubbiamente nuovo per il panorama politico nazionale. Sembrava un forsennato il Grillo quando, da un palco e rivolto agli altri politici, gridava “siete circondati!” seguito da un vaffanculo! che veniva su dal cuore.

La gente plaudiva “a più non posso” e partiva con gli slogan su una presunta onestà: pericoloso ma sbalorditivo, non c’è dubbio. Ancora ricordo quell’uomo quando attraversò a nuoto lo Stretto di Messina, altro che ponte Giuseppe Conte riuscirebbe, a malapena, a far la stessa cosa con il fiume Aniene al grido “Bagnino ferma l’onda che mi tuffo”. I cosiddetti “grillini” hanno obiettivamente fatto al nostro Paese più danni della peste, ma voi provate a pensare ad un 76enne che annualmente incassa 300mila euro e la cui giornata è prevalentemente occupata a leggere giornali e seguire i tg, il tutto per controllare quello che combinano dalle parti del M5s. All’improvviso, per l’anziano, cambia tutto: via l’incarico (e i relativi 300mila euro annui), via il rispetto che tutti nutrivano nei confronti dell’Elevato e, soprattutto, via la sua creatura perché sostituito dall’amico dell’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Costretto a una fine ingloriosa il povero Grillo. Che un errore, nella storia del Movimento, lo ha comunque commesso: quello di impuntarsi sul limite dei due mandati, un sistema che toglie, dopo soltanto due legislature, il “pane” a molti e l’abolizione del quale ha costituto la base al sostegno di Giuseppi.


di Gianluca Perricone