martedì 19 novembre 2024
Sia Stefania Proietti che Michele de Pascale possono festeggiare. Il secondo, a scrutinio completato, si è visto attestare una vittoria “bulgara” alle Regionali in Emilia Romagna, mentre l’ex sindaca di Assisi ha dovuto aspettare decisamente di più per festeggiare, visto che la vittoria del centrosinistra in Umbria è stata di misura. Secondo i dati del Viminale, Proietti ha ottenuto il 51,13 per cento dei voti, contro il 46,17 per cento di Donatella Tesei, la governatrice uscente candidata dalla maggioranza di Governo. Il centrosinistra ha eletto 12 consiglieri: nove il Partito democratico e uno ciascuno il Movimento 5 stelle, Umbria domani e Alleanza verdi e sinistra. Il centrodestra invece, avrà sette rappresentanti in Assemblea legislativa: tre Fratelli d’Italia, due Forza Italia, uno la Lega e Tesei presidente. Il primo partito della Regione è il Pd, che ha fatto registrare il 30,3 per cento delle preferenze, mentre FdI si è fermato al 19,44 per cento.
In Emilia-Romagna è stato il Partito democratico a fare la voce grossa. Le percentuali dem sono state definite “straordinarie” dalla segretaria Elly Schlein, mentre il Movimento 5 stelle ha riconfermato la propria fatica a performare nei territori. La maggioranza guidata da De Pascale può contare su 33 seggi di cui: 27 al Pd, 3 ad Alleanza verdi e sinistra, 2 a Civici con De Pascale e uno al Movimento 5 stelle. La maggioranza di governo invece avrà 15 seggi in totale: 11 a Fratelli d’Italia, 2 a Forza Italia, uno alla Lega e uno alla Rete civica. Ma il dato preoccupante è che l’astinenza dal voto è in qualche senso il “primo partito” della Regione, superando perfino il 42,90 per cento del Pd. In Emilia-Romagna si è espresso solo il 46,42 per cento degli aventi diritto. Un calo, del 21 per cento, che non può essere attestato solamente alle alluvioni degli ultimi giorni. Anche perché, nelle zone colpite dal meteo estremo, i cittadini hanno votato eccome. Alle precedenti Regionali, si recò alle urne il 67,27 per cento degli elettori. Poco meglio è andata in Umbria, dove hanno espresso una preferenza il 52,3 per cento degli aventi diritto. Un dato ben sotto alle elezioni del 2019, dove l’affluenza era stata del 64,69 per cento.
di Zaccaria Trevi