martedì 12 novembre 2024
“Cinque anni fa ero seduto tra di voi, ricordo il mio viaggio politico, dal locale al nazionale a Bruxelles: ho sempre lavorato per un’Europa più forte. È un onore per me e sono pronto a mettere tutta la mia esperienza al servizio della Commissione”. È cominciata così l’audizione di stamattina del candidato alla vicepresidenza esecutiva dell’Unione europea, Raffaele Fitto. “È un onore che il mio Governo mi abbia indicato. Non sono qui per rappresentare un partito politico o uno Stato membro, ma per il mio impegno per l’Europa”, ha continuato il commissario designato per la Coesione e per le Riforme, aprendo il suo intervento introduttivo al Parlamento Ue. Sottolineando la sua formazione e fede europeista, il discorso di Fitto si è incentrato sui temi di indipendenza, equidistanza e condivisione.
“La presidente Ursula von der Leyen ha chiesto la collegialità di tutte le decisioni e io sono pronto a prendere un impiego sul fronte della collegialità e della condivisione. So bene che il mio sarà diverso da quanto fatto finora. Essere parlamentare europeo vuol dire essere rappresentante di una parte, essere ministro vuol dire rappresentare un Paese, essere un commissario vuol dire rappresentare l’Ue”, ha aggiunto il ministro per gli Affari europei e il Pnrr. E ancora: “Il modo migliore per andare avanti è avere un dialogo aperto e costruttivo nonostante opzioni politiche diverse: le nostre diverse storie sono la nostra forza. L’Europa è casa nostra: abbiamo la responsabilità comune per lavorare a favore del benessere dei nostri cittadini”.
A proposito del Green Deal europeo, il commissario ha risposto alla domanda del verde sloveno Vladimir Prebilič partendo “dalle linee guida della presidente Ursula von der Leyen, che affrontano questo tema in modo specifico, per dire che io le condivido. Condividendo le linee guida della presidenza, evidentemente io ne condivido le scelte fondamentali”. Fitto è qui per dimostrare la sua “affidabilità sugli impegni europei. Quindi il mio ruolo sarà quello di attuare, nella collegialità della Commissione europea, le scelte che saranno assunte in questo senso”. Per poi concludere: “Non dobbiamo avere una rigidità negli approcci, dobbiamo essere in grado di capire l’evoluzione complessiva verso gli obiettivi finali. Quelli del Green Deal “sono sicuramente degli obiettivi da garantire, per i quali io non ho alcuna difficoltà a confermare la mia posizione. Ma è evidente che nel corso della realizzazione, dell’attuazione, ci possono essere situazioni per le quali magari bisogna adeguarsi a scenari nuovi, perché la rigidità non ci porta da nessuna parte. Tutta la discussione che stiamo facendo fino ad oggi è legata proprio al tema della flessibilità, e questo è un tema centrale”, ha chiosato il vicepresidente designato.
di Zaccaria Trevi