L’Unione europea adesso deve diventare maggiorenne

mercoledì 6 novembre 2024


La nuova presidenza nordamericana di Donald Trump non sarà un’edizione anacronistica della prima. Il mondo è profondamente cambiato, è svanita l’illusione antistorica della fine della storia, con l’egemonia degli Stati Uniti d’America al centro di un mondo unipolare. Un pianeta, dopo il crollo della Cortina di ferro in Europa, tutto economicamente liberista e in politica liberale. Nella realtà, la Cina continentale era sempre occupata da un Partito comunista, ma la Russia, non più sovietica, anche se aveva posto al centro della vecchia bandiera pre-bolscevica l’aquila bicefala degli Zar, non aveva ancora dimostrato le ataviche tendenze imperialiste. Aveva aderito al Consiglio d’Europa, e ne aveva accettato la giurisdizione di salvaguardia dei diritti dell’uomo. Il tentativo d’invadere l’Ucraina, poi scivolata in una guerra di posizione e di droni e missili, l’ha fatta schizzare lontano da qualunque disegno paneuropeo. S’è posta al centro dell’Eurasia, è scivolata verso i comunisti cinesi e l’Iran sciita. Questo ha spinto nazioni come la Svezia, le baltiche, la Finlandia a entrare nell’Unione europea e nell’Alleanza Atlantica.

La Nato, all’epoca della sua prima presidenza in uno stato comatoso, adesso è operativa allargata e impegnata, con l’Unione europea, nel sostegno all’Ucraina nel difenderne l’indipendenza. Donald Trump, dall’altro lato dell’Oceano, rende, però, esplicita la volontà della nazione nordamericana di voler pensare a risistemare casa sua, dove gli interessi pagati sul debito pubblico ormai superano le spese per gli impegni militari all’estero. L’Europa, fino adesso, per la sua difesa, s’è aggrappata alle sottane di mamma America, ma la vittoria della proposta politica di Donald Trump ci dice che non può più farlo. È salutare perché tutti, a una certa età, dobbiamo emanciparci. L’Unione europea non può affidarsi ad uno Stato Maggiore con sotto di sé solo una brigata in formazione. Il pilastro europeo dell’Organizzazione dell’Alleanza Atlantica non può più essere un’accozzaglia di Stati alleati solo nell’interesse di non spendere per la loro difesa, sperando in altri. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, già ministra della Difesa della Repubblica federale di Germania, lo ha capito benissimo. È l’ora di spingere l’acceleratore in materia.


di Riccardo Scarpa