giovedì 31 ottobre 2024
Ieri mattina il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e quello della Uil, Pierpaolo Bombardieri, hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa uno sciopero generale di 8 ore con diverse manifestazioni territoriali per venerdì 29 novembre. La protesta, neanche a dirlo, è per chiedere di cambiare la manovra di bilancio, considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del paese, oltre che per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
Per carità, su carta sarebbe anche comprensibile se non fosse che a pensar male si fa peccato anche se ci si azzecca quasi sempre! Buffo che questa manifestazione sia stata annunciata proprio a ridosso della sconfitta dell’immaginifico campo largo nelle Regionali in Liguria. Più la teorica opposizione perde terreno e più impapocchia per avere la speranza di continuare a contare (e condizionare).
Come altro interpretare le parole di Bombardieri altrimenti? “Siamo stati convocati dal presidente del consiglio per la prossima settimana su una manovra già consegnata alle camere e con pochissimo margine di cambiamento. Certo, se il governo dovesse accettare le nostre proposte, siamo disposti a rivedere lo sciopero”. Chiaro, basta fare come dicono loro e la minaccia di paralizzare il Paese per un giorno intero scompare.
Landini invece ha dichiarato: “Il governo ci convoca la prossima settimana a cose già fatte, con un margine di manovra di possibili emendamenti di 100 milioni. Noi chiediamo cambiamenti profondi e radicali, non qualche emendamento, a partire da una seria riforma fiscale”. Ma la benedetta riforma fiscale, insieme a tutti gli altri provvedimenti ora tanto auspicati, non la poteva fare la sinistra durante tutti gli anni che ha governato (pur non votata)?
Ma non sarà che si sta alzando un polverone nel tentativo di nascondere l’unico dato di fatto evidente a tutti tranne che i diretti interessati? Della retorica “son piene le fosse”. I cittadini hanno bisogno che la politica faccia qualcosa, sapendo che i margini di azione sono risicati e spesso per cause di forza maggiore. Al di fuori di ogni ideologia. Con un occhio attento alle reali esigenze del Paese, e queste sicuramente non includono ulteriori sterili scioperi da parte di due sindacati che hanno totalmente abdicato al loro scopo primario: la tutela dei lavoratori.
di Claudia Diaconale