mercoledì 30 ottobre 2024
Giuseppe Conte va avanti nonostante gli attacchi di Beppe Grillo e Matteo Renzi. Il giorno dopo le elezioni in Liguria che hanno visto il centrosinistra sconfitto, l’ex premier tira dritto sulla Costituente del Movimento 5 stelle, che si concluderà a fine mese, per la rifondazione della creatura voluta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Ma il presidente M5s si concentra anche sulle prossime tornate regionali: l’intenzione di Conte è quella di tornare in Emilia-Romagna e di andare in Umbria, fermo restando il lavoro sulla legge di Bilancio all’esame del Parlamento, riunendo, come oggi martedì 29 ottobre, i parlamentari M5s per mettere a punto una vera e propria contromanovra da opporre alla “politica dei tagli” che da settimane va denunciando. Così mentre il Garante M5s – che non è andato a votare in questa tornata amministrativa – non smette di attaccare e sui profili social avverte che “si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo”, Conte, all’indomani del risultato del Movimento in Liguria che ha definito “deludente”, risponde ai cronisti che lo fermano davanti a Montecitorio dicendo: “Mi assumo sempre le responsabilità ci mancherebbe”.
Come sottolinea l’Agi, Conte dice che “le leadership sono sempre in discussione nel momento in cui non c’è consenso, al di là delle scadenze della comunità. Noi stiamo facendo un’assemblea costituente e come sapete discutiamo di tutto”. E ancora: a chi gli chiede se quello ligure sia tra i peggiori risultati della storia M5s, il presidente del Movimento risponde: “Ma che dice? Purtroppo siamo abituati a risultati non assolutamente soddisfacenti e anche molto deludenti sui territori, ne siamo consapevoli. Infatti, per questo stiamo facendo un’assemblea costituente e non c’è assolutamente nessuna sottovalutazione sulla nostra capacità, in particolare nelle elezioni amministrative, di avere delle liste competitive e di riuscire a coinvolgere il nostro potenziale elettorato. Quanto a Matteo Renzi, per il quale con Italia viva in coalizione Orlando avrebbe vinto Conte usa l’ironia e risponde: “Da dove lo ha detto, da Riad?”. La giornata fa anche registrare un botta e risposta a distanza tra esponenti di spicco della vecchia guardia, Danilo Toninelli e Paola Taverna. “Il M5s non ha perso in Liguria, non ha nemmeno partecipato alle elezioni liguri. Sotto il simbolo del M5s c’era però il partito di Giuseppe Conte ma senza niente del Movimento. Se ci fosse stato il Movimento il candidato simbolo della Regione sarebbe stato proposto e votato dagli iscritti del Movimento. Ci sarebbe stato un contratto vincolante tra tutti gli alleati di questo cosiddetto campo progressista. Un contratto che non c’è stato. I candidati sono stati tutti di Giuseppe Conte, non della rete degli iscritti come avviene storicamente da sempre nel M5s.
“Movimentisti, non disperatevi perché si sta estinguendo da solo il partito di Conte. Cosa finirà del Movimento non lo so. Una fine così ingloriosa non ce la meritiamo, dai!”, dice l’ex ministro delle Infrastrutture, ora a capo del Collegio dei probiviri M5s. Immediata la replica di Taverna, vicepresidente vicaria del Movimento: “Falsità. Allora, Danilo, ti chiamo così perché per dieci anni abbiamo lavorato braccio a braccio e conosciamo entrambi il M5s: questa non era la lista di Conte, ma del M5s. E se oggi abbiamo il 4,5 per cento, probabilmente, dipende anche da una guerra interna che sta facendo molto male al Movimento. Molto più di quella che invece insieme dovremmo fare contro il centrodestra, che era il nostro unico avversario in questa competizione in Liguria e in quelle che verranno a seguire. Ognuno rimanga il suo posto. E, a proposito, ci sono molti provvedimenti all’attenzione del Collegio dei probiviri che meriterebbero più attenzione”, nota riconoscendo il risultato “che non ci ha soddisfatto” e la necessità dell’assemblea costituente.
di Duilio Vivanti