Donzelli: “Migranti strumento di lotta di alcuni magistrati”

giovedì 24 ottobre 2024


Giovanni Donzelli interviene sulla querelle relativa ai migranti. “Il clima – attacca – è agitato non per noi ma per chi non si è rassegnato al fatto che Giorgia Meloni ha vinto le elezioni, governa e lo fa bene”. Il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, intervistato dal Corriere della Sera, ribadisce una questione dirimente: “Non c’è uno scontro con la magistratura, ci sono alcuni magistrati singoli, politicizzati, che si scontrano con la nostra volontà di riformare la giustizia. Non a caso – prosegue – il magistrato Marco Patarnello nella sua chat diceva che andava fermata Meloni in una discussione che partiva dai migranti ma arrivava al nodo della riforma della giustizia. I migranti diventati strumento di lotta”. Per Donzelli, “c’è una parte della magistratura che interpreta politicamente il proprio ruolo. Noi andremo avanti con la riforma della giustizia anche per salvaguardare proprio la terzietà dei tanti giudici che non sono politicizzati e fanno bene il proprio lavoro”. Quanto all’attacco del Consiglio d’Europa afferma: “Chi qualifica come razziste le nostre forze dell’ordine si qualifica da solo. Neanche mi preoccupa tanto quello che dicono su un Paese che non conoscono affatto, ma il fatto che sono influenzati dai nostri parlamentari di sinistra”.

Frattanto, sono due gli emendamenti della Lega al Ddl sulla separazione della carriere che affrontano il tema della prevalenza delle norme italiane rispetto a quelle europee. Uno dei due riguarda direttamente le situazioni come quella del Tribunale di Roma sui migranti portati nel Cpr in Albania, in cui i magistrati si sono rifatti ad “una norma europea direttamente applicabile”. È quanto emerge dalla bozza del fascicolo degli emendamenti al Ddl sulla separazione delle carriere predisposto dagli uffici della Commissione Affari costituzionali della Camera che l’Ansa ha potuto visionare. La Commissione procederà la prossima settimana innanzi tutto con lo speech del presidente Nazario Pagano sulle inammissibilità, e poi con l’esame e il voto delle circa 260 proposte di modifica. Intanto, la giudice Silvia Albano – uno dei sei giudici del tribunale di Roma che si è pronunciato sul trattenimento dei migranti in Albania – sostiene di essere stata minacciata di morte. Per queste ragioni, ha presentato una denuncia alla Procura di Roma. Albano è la presidente di Magistratura democratica. “La campagna di discredito che è stata scatenata contro i magistrati romani e in particolare contro Silvia Albano ha contribuito a costruire un clima di contrapposizione, di odio, trasceso infine in gravi minacce alla sua incolumità e alla sua vita”, sottolinea in una nota Md.


di Redazione