I primi due anni del Governo, Meloni: “Soddisfatta dei traguardi per l’Italia”

martedì 22 ottobre 2024


Giorgia Meloni, oggi, 22 ottobre 2024, in un video postato sui social rievoca i due anni al Governo. “Non mi sono mai risparmiata”, sottolinea. “Esattamente due anni fa prestavo giuramento come presidente del Consiglio. Se mi guardo indietro, penso anche che sono soddisfatta dei risultati e dei traguardi raggiunti per l’Italia e sono anche consapevole di quanto lavoro ci sia ancora da fare. In questi due anni il Governo ha lavorato instancabilmente per attuare il programma per il quale ci eravamo presentati di fronte agli italiani e sul quale abbiamo ottenuto la fiducia di molti di loro alle elezioni del 25 settembre del 2022. Abbiamo in questi anni restituito all’Italia una nuova centralità sullo scenario internazionale, abbiamo rilanciato la crescita economica e l’occupazione, abbiamo raggiunto diversi record storici: mai così tanti posti di lavoro stabile, mai così tanti contratti a tempo determinato, mai così tante donne che lavorano. Abbiamo protetto il nostro tessuto produttivo e industriale dalla crisi energetica e dalle sfide geopolitiche”.

Meloni rivendica: “Abbiamo destinato alla sanità un livello di risorse che mai nessun Governo aveva destinato in precedenza. E abbiamo avviato riforme che erano attese da decenni in questa nazione. Abbiamo messo in sicurezza i conti dello Stato, abbiamo difeso il potere d’acquisto delle famiglie con particolare attenzione a quelle che avevano figli e ai gruppi più vulnerabili della nostra società. Nei prossimi anni continueremo a lavorare con determinazione e con impegno per consolidare i risultati raggiunti nei primi due anni di Governo e per rispettare integralmente il patto sottoscritto con i cittadini italiani. Siamo consapevoli delle sfide che ci attendono ma siamo anche consapevoli del fatto che insieme possiamo costruire un’Italia più forte e sicura, più prospera per tutti. Grazie per la fiducia e il vostro sostegno perché sono il motore che ci spinge ad andare avanti. Finché ci siete voi, ci siamo anche noi”. La premier è convinta: “Finché avremo il sostegno dei cittadini continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l’Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata. Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito”.

Migranti: l’accordo con l’Albania
La “scommessa” albanese, messa a segno con un Memorandum siglato lo scorso novembre con il presidente Edi Rama, uno dei momenti più significativi, del secondo anno di Governo a guida Meloni. Esattamente un anno fa, tracciando un primo bilancio, la premier aveva ammesso la delusione per i risultati nella lotta all’immigrazione irregolare, con la promessa di non voler arretrare ma di avere chiara una strategia a medio-lungo termine con cui mettere ko i “trafficanti di vite umane”. A distanza di un anno, nelle comunicazioni al Parlamento del 15 ottobre scorso, Meloni rivendica un calo degli sbarchi del 60 per cento sul 2023. Passa anche da qui, a suo dire, l’accordo con l’Albania, con due hotspot “dall’effetto deterrente” attivi a Gjader e Schengjin per il rimpatrio rapido a seguito dell’esame delle domande di asilo.

Il Piano Mattei
Il partenariato tra Italia e Stati del continente africano porta il nome dell’indimenticato presidente dell’Eni Enrico Mattei. L’obiettivo è puntellare la partnership con una serie di intese e progetti da portare avanti in sinergia, secondo “un approccio non predatorio”, come ama ripetere la presidente del Consiglio.

Fronte internazionale
La premier conferma il sostegno senza se e senza ma all’Ucraina, “fino a quando sarà necessario”, anche con il proseguo dell’invio di armi a Kiev. La guerra in Medio Oriente vede il Governo al fianco di Israele dopo i sanguinari attacchi del 7 ottobre, il sostegno allo sforzo di mediazione portato avanti dagli Usa, la richiesta di un cessate il fuoco e di una soluzione all’insegna dei due popoli e due Stati. Meloni dice addio alla Via della Seta e vola in Cina da Xi Jinping cercando di salvaguardare il rapporto con Pechino. Mentre in Ue fa mancare il suo voto al bis di Ursula von der Leyen, pur mantenendo con lei un rapporto solido, e incassando la “chiamata” in Commissione del fedelissimo Raffaele Fitto, destinato, esame permettendo, al ruolo di vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Dal 1 gennaio alla guida del G7, Meloni ha dato appuntamento ai 7 grandi del mondo in Puglia, a Borgo Egnazia, chiudendo, tra le altre cose, un accordo sul prestito garantito all’Ucraina da asset russi, su cui tuttavia ancora si arrovellano le diplomazie.

Riforme
Il secondo anno dell’Esecutivo ha visto andare avanti il percorso dell’autonomia differenziata, diventata ormai legge, e del premierato, per la presidente del Consiglio “madre di tutte le riforme”, tanto da dirsi pronta a sfidare le opposizioni alla prova del referendum.

Giustizia
Il 2024 ha visto l’abolizione dell’abuso di ufficio con l’approvazione definitiva della Legge Nordio, mentre sono ancora in discussione la contestata riforma sulla separazione delle carriere e quella della Corte dei Conti, e continua, imperterrito, il braccio di ferro con le opposizioni sulle intercettazioni. Altra legge bandiera portata avanti con determinazione, approvata la scorsa settimana in via definitiva, quella che rende la gestazione per altri, meglio nota come maternità surrogata, reato universale, perseguibile anche per chi ne fa ricorso all’estero.

Il modello Caivano
Dopo una terribile storia di violenza ai danni di due cuginette di 11 e 12 anni emersa nell’ottobre dello scorso anno, Meloni stringe un “patto di ferro” con don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde, e vara un progetto di riqualificazione che il Governo mira a replicare in tutte le altre periferie difficili d’Italia.

La Legge di Bilancio
La scorsa settimana è stata approvata la Manovra, con un occhio attento ai conti pubblici. Pochi i margini, vista la coperta corta, ma non così esili da rinunciare al taglio del cuneo fiscale, reso dal 2025 strutturale. La Manovra, con una chiara impronta meloniana, “premia” soprattutto le famiglie numerose, con benefici per quelle che contano almeno tre figli e un mese di congedo parentale in più pagato all’80 per cento. Si aggiunge un bonus da mille euro per i nuovi nati in famiglie con Isee fino a 40mila euro.

Sondaggio Youtrend: Fratelli d’Italia è il primo partito
Intanto, secondo il sondaggio odierno di Youtrend per Sky Tg24, rispetto a un mese fa, calano leggermente i primi due partiti, Fratelli d’Italia (28,2 per cento, -0,2 per cento) e Pd (23,2 per cento, -0,3 per cento). Alle loro spalle si avvicina il Movimento 5 stelle (11 per cento), che resta davanti a Forza Italia (9,8 per cento) e Lega (9,1 per cento), quest’ultima in crescita di poco meno di un punto. Seguono Alleanza verdi e sinistra (7 per cento) e i partiti dell’ex Terzo polo, entrambi in discesa: Azione (3,2 per cento, -0,5 punti) e Italia viva (2,5 per cento, -0,6). Segue infine +Europa al 2,2 per cento, in lieve discesa.


di Manlio Fusani