La credibilità dei difensori d’ufficio

martedì 22 ottobre 2024


La storia si ripete, con i suoi perché, con i suoi protagonisti e, purtroppo, con un copione sostanzialmente uguale nel tempo. Certo, talvolta cambiano i personaggi, ma quella che da molti viene definita “autonomia della magistratura” in realtà si trasforma in “intoccabilità” con tutte le sue conseguenze. E l’Albania è solo un esempio. Molto spesso si sente parlare di Esecutivo che, con le sue scelte politiche, cercherebbe di limitare l’azione dei togati i quali, pedissequamente, vengono difesi da certi schieramenti e da alcune testate giornalistiche: sempre gli stessi. Questi “difensori d’ufficio” saranno credibili solo quando si sforzeranno e riusciranno a rientrare nei confini della obiettività d’analisi. In altri termini, sarebbe giunto il momento che questi amici eterni dei togati avessero anche il coraggio e l’onestà intellettuale di “dare torto”, quando il magistrato di turno strabordasse dal proprio essere, dalla natura del proprio ruolo.

Giorgia Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali, ma per visioni politiche, e questo la rende molto più forte e anche molto più pericolosa la sua azione (rispetto a Berlusconi)”. Essendo state scritte, queste righe, da un sostituto procuratore della Cassazione, nessuno dei “difensori d’ufficio” ha almeno provato a differenziare il proprio commento verso l’Esecutivo che, secondo gli stessi, tenta un controllo sulla magistratura. Negano l’evidenza, perché i giudici dovrebbero parlare solo tramite le sentenze e, in caso di errore, dovrebbero pure pagare come tutti. E invece no: la “libertà togata” è intoccabile. Ed allora, su quanto scritto dal procuratore, ci piacerebbe sentire il parere obiettivo di (e non vuole essere una lista di proscrizione): Elly Schlein, Angelo Bonelli, Tiziana Panella, David Parenzo, Marco Travaglio, Luca Telese, Massimo Giannini, Daniela Preziosi, Debora Serracchiani e compagnia cantando. Dei cosiddetti “giudici indipendenti” non parleremo in questa sede, ma daremo al più presto inizio alla nostra difficile ricerca.


di Gianluca Perricone