“La maternità surrogata come compravendita di bambini”

venerdì 18 ottobre 2024


Eugenia Roccella non ci sta. La ministra per la Famiglia risponde alle critiche del New York Times, a proposito della legge che estende il reato di maternità surrogata nel cosiddetto reato universale. Il quotidiano statunitense dedica spazio a una legge “che criminalizza la richiesta di maternità surrogata all’estero, una mossa che secondo il Governo conservatore del Paese proteggerebbe la dignità delle donne, mentre i critici la vedono come l’ennesimo giro di vite da parte del Governo nei confronti della comunità Lgbt”. Roccella, intervistata dal Corriere della Sera, sottolinea che “negli Stati Uniti, come in tutti i Paesi in cui la maternità surrogata è legale, gli interessi economici sono molto forti. E quando si parla di maternità surrogata solidale, bisognerebbe ricordare che non lo è mai, a differenza della donazione degli organi”. Roccella s’interroga: “C’è una domanda alla quale non ho mai avuto risposta né dai giuristi né dai bioeticisti: in tutto il mondo la compravendita di un bambino è reato. Qual è la differenza con la maternità surrogata?”. Per Roccella non è vero che la norma non potrà essere applicata, come dicono diversi giuristi ed esperti: “E perché no? Ci sono altri reati che vengono perseguiti se commessi all’estero, questa è una norma analoga. A parte, poi, che oltre una certa soglia di pena si può comunque perseguire”.

Secondo Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, “l’approvazione in via definitiva, da parte del Senato, del disegno di legge per rendere la maternità surrogata un reato universale, contribuisce a scrivere una pagina storica nel contrasto ad una pratica che sfrutta il corpo delle donne e costituisce una palese violazione dei principi fondamentali di dignità e diritti umani”. Per Bordignon, “con l’introduzione del reato di maternità surrogata il legislatore introduce una misura fondamentale per proteggere le donne da possibili sfruttamenti e per salvaguardare il diritto dei bambini a crescere in un contesto familiare sano, naturale e non regolato da accordi contrattuali. Un figlio non è un diritto che può essere creato a tavolino, tantomeno un vanity asset da scegliere. Continueremo ad essere in prima fila a tutela della famiglia, del rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte, del corpo delle donne che in nessun caso può essere mercificato o svilito da interessi di terzi”.

La legge Varchi (porta la firma della deputata di Fdi Carolina Varchi), la nuova norma ha reso universale il reato di gestazione per altri non è ancora in vigore ma già 30 coppie si sono rivolte a Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. Sono coppie, quattro dello stesso sesso e 26 eterosessuali, preoccupate dall’approvazione della legge (Gpa). “Ci sono dieci coppie – racconta Gallo – che sono all’estero e stanno attendendo il parto e sono quindi nella fase finale. Poi ci sono venti coppie che hanno intrapreso il percorso, ovvero che già sono stati presso un centro straniero, hanno firmato il consenso ed alcuni hanno già fatto il prelievo dei gameti. C’è una coppia, ad esempio, che in Grecia sta aspettando l’autorizzazione del giudice. La maggioranza sono coppie con donne che hanno superato il cancro ma hanno preservato i propri gameti o hanno patologie che mettono a rischio la vita e non possono portare avanti una gravidanza”. Coppie di giovani, dice Gallo, “dai 27 in su e la più grande ha 40 anni, provengono da tutte le parti d’Italia da Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio, Toscana e qualcuna dalla Lombardia”.

Gallo, in qualità di avvocato, sostiene che la legge è “difficilmente applicabile. Come faranno ad individuare le coppie? Faranno indagini? Ci saranno iter diversi per etero o omosessuali? Chiederanno un certificato di nascita? In ben 66 Paesi la Gpa è regolamentata e questo renderà difficile l’applicazione in particolare nelle fase di cooperazione di polizia per l’acquisizione di fonti di prova. Questa legge dice di voler tutelare i bambini, in realtà mette in dubbio anche la tutela dei nati. Appena entrata in vigore la legge – conclude Gallo – probabilmente ci potrebbe essere il primo caso da portare in Tribunale”. Dello stesso avviso la presidente delle Famiglie Arcobaleno Alessia Crocini: ‘Come verrà dimostrato questo reato? È una legge di bandiera, ideologica che serve a scoraggiare la genitorialità soprattutto quella omosessuale maschile, serve ad accontentare i gruppi oltranzisti e ultracattolici, antiabortisti e lo fa capire il fatto che per un crimine universale la pena è solo fino a due anni che automaticamente verrà sospesa per chi è incensurato”.


di Redazione