venerdì 11 ottobre 2024
È un’inchiesta delicatissima quella della Procura di Bari su un ex funzionario della Banca Intesa Sanpaolo che avrebbe effettuato oltre seimila accessi non autorizzati a conti correnti, “tutti abusivi”. Lo scrive il quotidiano Domani. Nel mirino ci sono militari, vip ed esponenti del Governo (finanche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la sorella Arianna, l’ex compagno e giornalista, Andrea Giambruno, i ministri Daniela Santanchè e Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il procuratore della Dna Giovanni Melillo). Si tratta solo di una piccola parte di centinaia di nominativi, i cui conti correnti sarebbero stati oggetto di accesso illecito.
Domani scrive anche che il funzionario è stato licenziato, l’8 agosto scorso, a seguito dell’apertura di un procedimento disciplinare. Adesso incorrerebbe in gravi rischi penali, considerato che sembrerebbe aver violato la segretezza di dati molto sensibili su figure politiche di Governo, rappresentanti istituzionali, magistrati ed esponenti delle Forze dell’ordine.
L’atto di licenziamento di Intesa Sanpaolo è stato preceduto dall’avvio di un procedimento di indagine, ancora in corso, da parte della Procura di Bari. Stando a quanto scrive Domani, la Procura starebbe cercando di accertare il motivo di questi accessi illegali; domanda che potrebbe aprire, nuovi ed inquietanti scenari.
Gli accessi parrebbero svariate migliaia e, a differenza di quanto accaduto nel caso dell’indagine di Perugia sulla fuga di notizie, non si tratta, spiega ancora Domani, di segnalazioni di operazioni sospette della Uif o di dati di inchieste giudiziarie; sembrerebbe che le notizie violate siano private e delicate, essendo movimenti di conti correnti bancari intestati ai singoli soggetti.
I numeri appaiono clamorosi: gli “accessi abusivi” potrebbero essere stati circa settemila. Il periodo in cui si sarebbero concretizzati è di circa due anni, ovvero tra il 21 febbraio del 2022 e il 24 aprile del 2024. Gli “accessi abusivi” sembrerebbero aver riguardato gli oltre 3500 titolari di conti correnti di 697 agenzie della Banca Intesa Sanpaolo, dislocate su tutto il territorio nazionale.
Oltre agli esponenti di Governo risulterebbero essere stati violati i conti dei presidenti di Regione Puglia e Veneto, Michele Emiliano e Luca Zaia, del procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, di alti ufficiali dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza. E sarebbe casuale, anche, l’inizio della indagine: partita grazie al lavoro del settore security di Banca Intesa Sanpaolo che avrebbe dato “l’alert” a seguito di movimentazioni anomale.
Sarà ora responsabilità della magistratura e del Garante della privacy (che ha già recepito una denuncia di Banca Intesa Sanpaolo) accertare quanti e quali dati sono stati violati. E, ad oggi, non si possono configurare e immaginare con quali conseguenze.
di Alessandro Cucciolla