I comunisti inneggiano ai gulag e vogliono la Meloni in Siberia

venerdì 27 settembre 2024


All’improvviso si sono aperti gli sportelli di un vecchio armadio a due ante dal quale sono usciti soggetti simili a zombie avvolti da una discreta quantità di muffa, segno evidente della lunga permanenza nel mobile.

Nulla di meglio, secondo questi zombie di altri tempi, che incontrarsi a piazza Vidoni nei pressi del Senato ed iniziare ad invocare la Siberia per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

A dire la verità, fa un certo effetto che i comunisti di oggi rievochino i sistemi della Russia: evidentemente dalla loro memoria non sono riusciti a cancellare proprio tutto. Certo, non si può dire che i gulag (“prigioni di ghiaccio”) siano del tutto scomparsi dalla società russa: sono stati però trasformati in circoli culturali ove i migliori intellettuali si incontrano periodicamente per discutere tra loro, spesso fino alla morte per congelamento. In altri limitati casi, invece, il gulag è diventato baita di montagna per turisti in cerca i nuove emozioni sotto la neve.

Ma torniamo ai vetero-comunisti di casa nostra. Per essere precisi, lo slogan “di punta” degli ammuffiti di piazza Vidoni era: “Vogliamo la Meloni in Siberia”, così secco, accompagnato anche da qualche saltino che non stona mai. Siamo certi che, se la Meloni passasse dal Cremlino per un salutone all’amico di Matteo Salvini prima di recarsi in Siberia, i fotografi immortalerebbero la stretta di mano tra i due come la nascita di una storia simile a quella ipotizzata con Elon Musk: ma che è ’sta donna? Ma intanto gli zombie ritornano nel loro armadio e le ante si richiudono inesorabilmente alle loro spalle.


di Gianluca Perricone