Cda Rai: gli eletti spaccano il campo largo

giovedì 26 settembre 2024


Tre a due per la sinistra nella prima fase di rinnovo del Consiglio di amministrazione della Rai.

Dopo la scelta dell’esponente della Cgil Davide Di Pietro (2.690 preferenze) da parte dei quadri, impiegati e tecnici nelle votazioni di Camera e Senato sono stati eletti l’ex portavoce di Laura Boldrini Roberto Natale, ex segretario dell’Usigrai e l’avvocato romano in quota M5s Alessandro Di Majo, già consigliere dal 2021. Per il centrodestra sono stati eletti Federica Frangi, giornalista romana che ha lavorato nella redazione di Porta a Porta e al Tg2 oltre ad essere stata presidente dell’Associazione della Stampa Romana e il foggiano Antonio Marano, già membro della Commissione di vigilanza e Sottosegretario alle Poste e telecomunicazioni con il Governo Berlusconi nonché vicedirettore generale di viale Mazzini.

Uno scenario di personaggi che smentisce le lamentazioni della segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che poche ore fa dichiarava: “Non ci interessa stare lì a discutere di poltrone che è quello che fa il Governo da quando sta a Palazzo Chigi”.

La conferma che la maggioranza dei giornalisti e dei lavoratori delle sedi, di viale Mazzini e via Teulada è schierata con il mondo di sinistra è arrivata da una intervista di Bruno Vespa, diventato ormai l’obiettivo prediletto delle critiche degli intellettuali progressisti.

È notorio d’altra parte che il Pd ha gestito in maniera egemone la Terza Rete e il Tg3 fin dalla nascita (1979), nonché buona parte delle sedi regionali dell’Italia centrale. Con l’arrivo di Roberto Natale al settimo piano di viale Mazzini si consolida una tradizione legata al Movimento dei giornalisti democratici. Romano di nascita, professionista dal 1990, laurea in filosofia Roberto Natale è stato, con Giuseppe Giulietti, Roberto Morrione, Santo Della Volpe, Michele Santoro, Sandro Ruotolo e Vittorio Di Trapani, uno degli animatori delle lotte sindacali all’interno dell’azienda pubblica e nel mondo dell’editoria. Redattore del Tgr Lazio, Natale è stato vicepresidente dell’Associazione della Stampa Romana, del sindacato interno Usigrai, presidente della Fnsi per sei anni (2007-2013), portavoce istituzionale del presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, incarico mantenuto sino al termine della legislatura (2018). Entra in politica accanto al verde Nichi Vendola. Tornato brevemente al lavoro in Rai, Natale diventa consigliere di amministrazione della Fondazione pubblicità progresso. Alla Camera ha ottenuto 45 voti da esponenti di Avs e altri elementi della sinistra.

Di opposizione ma diversa da quella del Pd è il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, il cui obiettivo è quello di non lasciare campo aperto al Governo. L’avvocato Alessandro Di Majo, un esperto di diritto d’autore e di contenziosi sportivi, ha ottenuto 27 voti.

Dei due esponenti indicati dal centrodestra c’è stata una sorpresa e una conferma. Federica Frangi, indicata da Fratelli d’Italia, è una giornalista che dalla gavetta di uffici stampa è passata nella redazione di Porta a Porta e infine alla cronaca del Tg2. È stata anche presidente dell’Associazione della Stampa Romana, consigliera Fnsi e ha fatto parte del direttivo di Lettera 22, l’associazione di giornalisti “non omologati” ed è una delle animatrici dell’Associazione Giornaliste Libere. Ha ottenuto 174 voti a favore.

Il foggiano Antonio Marano è un manager e dirigente televisivo originario della provincia di Foggia, ha 68 anni, ha maturato una ventennale esperienza in Rai dove ha diretto Rai 2 per poi diventare vicedirettore generale del Servizio pubblico e, tra il 2016 e il 2020, presidente di Rai Pubblicità ed è attuale direttore commerciale della Fondazione Milano-Cortina dal 2021.

Nel 1994 è stato eletto deputato con la Lega Nord e ha fatto parte delle commissioni Trasporti, Vigilanza Rai e della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo. Marano ha ricoperto anche l’incarico di sottosegretario alle Telecomunicazioni, dal 1996 ha lasciato la politica attiva.

Per il presidente del Senato, Ignazio La Russa, “è stato rispettato il senso di un elemento di maggioranza e uno di opposizione”. L’invenzione di “Telemeloni” della Schlein è durata lo spazio di due votazioni democratiche.


di Sergio Menicucci