Zaia: “Di referendum sulla cittadinanza non ne abbiamo bisogno”

mercoledì 25 settembre 2024


Luca Zaia commenta negativamente il traguardo delle 500mila firme del referendum sulla cittadinanza. Secondo il presidente del Veneto “non ne abbiamo bisogno. Da amministratore ho la coda di cittadini immigrati che si sono perfettamente integrati, hanno pieno diritto di cittadinanza, ma dopo aver fatto domanda aspettano anni e anni per colpa della burocrazia. Cerchiamo di essere più efficienti su quel fronte”. Lo spiega, in un’intervista alla Stampa, il governatore leghista. Zaia si dice chiaramente contrario anche allo Ius Scholae. “Sì sono contrario. La cittadinanza di questo Paese per me ha un valore. La devi desiderare ed è una scelta che devi maturare in modo consapevole. Con lo Ius Scholae invece si dà la cittadinanza a un ragazzo solo perché va a scuola, senza sapere se ha un progetto di vita in Italia”. Anche sull’Autonomia c’è il rischio di un referendum. “Ad oggi il referendum ancora non c’è. Stanno raccogliendo le firme, dovranno poi corroborarle di certificati e a quel punto, nel caso – continua Zaia – attenderemo che la Corte costituzionale si pronunci per dire se il quesito è legittimo o meno”.

L’Autonomia sarà uno dei temi centrali alla festa di Pontida di quest’anno, insieme al caso Open Arms. “Pontida – spiega – quest’anno sarà la Pontida delle Pontida. È un’edizione importante. Ho letto le carte del caso Open Arms e penso che il segretario, da ex ministro dell’Interno, si sia mosso correttamente. I migranti restarono a bordo della nave sei giorni, mentre con i governi successivi anche 10 o 12 giorni. La difesa che noi facciamo dell’ex ministro Matteo Salvini è la difesa di un principio: ha fatto il suo dovere”. Infine, la cronaca con il caso dell’omicidio del ragazzo di Mestre: “Una tragedia della comunità. E mi piacerebbe anche vedere eliminata dal vocabolario la parola microcriminalità – commenta Zaia – perché quella è solo l’anticamera di reati più gravi. Diamo troppo poco valore penale a un furto. Ma non bisogna solo inasprire le pene. Si deve anche garantire il carcere in maniera ossessiva a chi delinque. Oggi invece con condanne inferiori ai 4 anni non si va in galera”.


di Manlio Fusani