giovedì 19 settembre 2024
La premier italiana ha sorpreso molte persone. Soprattutto oltremanica, dove alla redazione del Guardian – che si presenta con una linea editoriale, all’apparenza, diametralmente opposta alle forze di governo del Belpaese – hanno speso ottime parole per Giorgia Meloni. Un “politico pragmatico e capace”, è stata definita in un lungo articolo che ricostruisce, senza penuria di complimenti, la carriera della presidente del Consiglio. A partire dal G7 in Puglia, dove Meloni ha mostrato al mondo la “sicurezza di sé di una stella politica emergente che, dopo l’ottimo risultato alle elezioni europee solo pochi giorni prima, era il leader politico più in voga in Europa”. Secondo il quotidiano britannico la premier “ha lavorato duramente per raggiungere la rispettabilità che è sfuggita ad altri partiti di destra come il Rassemblement National di Marine Le Pen, è stata ricevuta alla Casa Bianca da Joe Biden ed è stata accettata dai partiti centristi all’interno dell’Ue. Ciò è ancora più sorprendente date le origini apertamente neofasciste della sua carriera”, ha aggiunto il Guardian.
Il giornale inglese, poi, se l’è perfino sentita di smentire se stesso, ricordando l’articolo pubblicato da Roberto Saviano poco prima dell’insediamento a Palazzo Chigi di Meloni. “Un pericolo per l’Italia e per il resto d’Europa”, era stata definita la premier dall’autore di Gomorra. Attributi invecchiati malissimo, visto che la leader di Fratelli d’Italia “in due anni, ha sorpreso molte persone per il suo pragmatismo politico e la sua scaltrezza”, ha osservato il Guardian. Ma c’è chi, in Italia, ancora grida allarmi fascisti. “A capo di un partito tradizionalmente ostile all’Unione europea, Meloni ha invece lavorato a stretto contatto con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e ha fatto le necessarie concessioni per ottenere finanziamenti Ue per la sua agenda interna”, ha proseguito il quotidiano nel suo articolo. Tra i maggiori traguardi della premier, viene annoverata l’operazione politica e diplomatica con cui la presidente del Consiglio è riuscita a convincere il suo connazionale ideologico – parole del Guardian – Viktor Orbán ad approvare gli aiuti militari dell’Ue all’Ucraina. E soprattutto, il quotidiano spesso vicino ai Laburisti, ha osservato come Meloni sia riuscita abilmente a spostare l’Ue verso la sua posizione sull’immigrazione, diventando un esempio di come sia effettivamente possibile cercare di bloccare le partenze invece di arginare gli sbarchi. “Meloni è riuscita a uscire dalla cella neofascista in cui i suoi critici hanno cercato di confinarla”, ha finalmente ammesso il Guardian.
Ma, se quest’ultima affermazione vale per l’Eurozona, discorso diverso va fatto per il fronte interno. Sugli attacchi diretti alle radici di estrema destra di Meloni, secondo il quotidiano inglese non bisognerebbe chiedersi se “la vera Giorgia Meloni è una fascista nascosta o una democratica conservatrice”, ma basterebbe appurare che la premier “è, prima di tutto, una politica abile e disciplinata che è salita al potere conquistando un territorio di centro-destra”. La presidente del Consiglio ha portato FdI dal 2 per cento al 26 per cento in tempi record, senza fare appello all’estrema destra, ma con scienza politica e programmaticità. Meloni “ha evitato di allearsi con Alternativa per la Germania e il Rassemblement National. Ha lasciato che la Lega di Matteo Salvini la superasse a destra, usando un linguaggio xenofobo e razzista molto più crudo di Fratelli d’Italia, e ha rubato gli elettori più moderati” del Carroccio, ha chiosato il Guardian. Se è vero che l’erba del vicino è sempre più verde, allora, se per una volta “il vicino siamo noi”, ringraziamo e accettiamo di buon grado.
di Eugenio Vittorio