Conte-Grillo: dalle stelle alle stalle

venerdì 6 settembre 2024


Giuseppe Conte e Beppe Grillo sono due facce della stessa medaglia di inconsistenza. Il primo, volendo semplificare, spinge per l’emancipazione del progetto Pentastar facendo entrare stabilmente il Movimento 5 Stelle nel centrosinistra a recitare il ruolo dell’ala populista con una struttura cristallizzata e stabile che pian piano assuma la forma di un vero e proprio partito politico organizzato. Il secondo sembra essere fuori dal mondo e spinge sul limite dei mandati, “uno vale uno” e sulle ragioni fondanti.

Comunque vada non sarà un successo. Il progetto di Conte è un progetto di basse pretese che mira a trasformare la creatura di Gianroberto Casaleggio in un cespuglio del centrosinistra e vivacchiare potendo contare su uno zoccolo duro di qualunquisti che voterebbe chiunque purché si professi contro la casta (anche se ne è diventato parte). Un coacervo di rancorosi pragmatici a cui la politica evidentemente non deve aver fatto il “piacerino” e adesso spera di poterlo ricevere da Peppe Conte.

I rancorosi idealisti, cioè quelli che il “piacerino” non lo hanno ricevuto e quindi hanno giurato odio eterno alla casta, trovano guazza nelle parole di uno fuori dal mondo come Beppe Grillo, uno che dalla sua gabbia dorata pontifica sui bisogni della gente senza frequentarla da qualche decennio.

E così, se dovesse prevalere il progetto di Conte, assisteremo a un clone del Partito Democratico che cercherà nella destabilizzazione e nei distinguo l’unico modo per esistere.

Se invece dovesse spuntarla Grillo, ci sarà una nuova generazione di Toninelli, Fico, Taverna, Di Maio in grado di far ridere i polli per inadeguatezza, incapacità e dilettantismo.

Non è da derubricare tra le varie ed eventuali la possibilità di una scissione stile Prima Repubblica che sarebbe paradossale e ridicola per un soggetto politico che voleva combattere i parrucconi della vecchia politica. In questo caso siamo pronti a scommettere che Alessandro Di Battista, il grande santone, colui che quando si è trattato di governare si è guardato bene dal farlo per non perdere la verginità, tornerà in scena dimostrando di essere il vero e grande Ciriaco De Mita dei giorni nostri.


di Vito Massimano