venerdì 6 settembre 2024
Un video messaggio di Giorgia Meloni al G7 dei parlamenti. La premier italiana ha ribadito, ai lavori della 22esima riunione dei presidenti delle Camere basse, l’impegno nei confronti dell’Ucraina, che “non solo i governi ma anche i parlamenti qui rappresentati hanno ribadito in più occasioni proseguirà finché non raggiungeremo due obiettivi fondamentali: la fine della guerra e la costruzione di una pace giusta e duratura”, ha spiegato la presidente del Consiglio al palazzo del Podestà a Verona. Nei confronti di Kiev, è stato “ribadito l’impegno anche in ambito G7 con forza e con nuove risposte a sostegno della nazione aggredita”, per “difendere quel sistema internazionale basato sulle regole, sulla forza del diritto sul quale si fonda la convivenza tra le Nazioni che garantisce tutti”, ha aggiunto Meloni.
“Il gruppo dei Sette è unito da valori e principi comuni, ricopre un ruolo insostituibile nella difesa della libertà e e della democrazia. I governi del G7 lo esercitano seguendo l’indicazione dei rispettivi parlamenti, dove la sovranità popolare trova la sua massima espressione”, ha detto la premier italiana, sottolineando che “lo sviluppo e il rafforzamento della dimensione parlamentare del G7 rappresenta un valore aggiunto, ed è un percorso che l’Italia è orgogliosa di aver contribuito ad avviare”. A proposito della guerra tra Israele e Hamas, per Giorgia Meloni “non è più rimandabile un accordo complessivo basato sulla mediazione alla quale hanno lavorato prima di tutti gli Stati Uniti, l’Egitto e il Qatar” e che prevede “un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani catturati da Hamas il 7 ottobre”.
Nel video messaggio, la presidente del Consiglio ha sottolineato l’impegno dell’Esecutivo “per scongiurare un’ulteriore escalation nella regione, a partire dalla situazione del Libano che ci preoccupa molto”, affermando che “non è più rimandabile un deciso cambio di passo nell’assistenza umanitaria alla popolazione civile”. E ancora: “È più che mai è necessaria una soluzione politica duratura della crisi che dia un nuovo slancio alla prospettiva della soluzione dei due Stati”.
di Redazione