venerdì 30 agosto 2024
È entrato in vigore il regolamento Ue sul ripristino della natura, una delle tappe cruciali del Green Deal, voluta per ripristinare la biodiversità dell’Unione e per conseguire gli obiettivi generali dell’Ue in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento agli stessi e a rafforzare la sicurezza alimentare. Giungere la neutralità climatica entro il 2050 e adattarsi ai cambiamenti climatici. Gli Stati europei devono adottare misure per ripristinare almeno il 20 per cento delle aree terrestri dell’Ue e il 20 per cento delle aree marine entro il 2030. Si prevede, inoltre, di mantenere gli spazi verdi urbani e la copertura arborea urbana, e di aumentarli dopo il 2030. Si tratta, tuttavia, di una riforma controversa, sbloccata dopo mesi di contestazione da parte di sette dei 27 Paesi dell’Ue (Italia inclusa). Tutt’ora il regolamento è criticato dalle organizzazioni agricole, per quanto annacquato nella stesura finale. Ad esempio, la Commissione europea proponeva di destinare il 10 per cento dei terreni agricoli a interventi per la biodiversità come la coltivazione e creazione di siepi, alberi, fossi, muretti o piccoli stagni: una linea guida che nel testo approvato alla fine non c’è.
Come obiettivo generale, gli Stati europei adotteranno misure di ripristino in almeno il 20 per cento delle aree terrestri dell’Ue e nel 20 per cento delle sue aree marine entro il 2030. E prima del 2050 tali misure dovrebbero essere in atto per tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino. Tra l’altro, la nuova norma prevede di mantenere gli spazi verdi urbani e la copertura arborea urbana, e di aumentarli dopo il 2030. Bisognerà poi raggiungere, entro il 2030, l’obiettivo di ripristinare almeno 25mila chilometri di fiumi in corsi d’acqua a flusso libero. Inoltre, si mirerà ad invertire il declino delle popolazioni di impollinatori e a migliorarne la diversità, a migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e la biodiversità degli ecosistemi forestali, nonché a contribuire all’impegno di piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello Ue.
(*) Presidente Ripensiamo Roma
di Donato Bonanni (*)