Foti (FdI): “Lo Ius Scholae non è nel programma di Governo”

lunedì 26 agosto 2024


Tommaso Foti non ammette equivoci. “Lo Ius Scholae non è nel programma di Governo”. Lo spiega in un’intervista a QN il capo dei deputati di Fratelli d’Italia, commentando le fibrillazioni nella maggioranza su alcuni temi, che però, a suo avviso, non mettono a rischio la tenuta dell’esecutivo. Venerdì la manovra sarà al centro del vertice di maggioranza. “In giro – sottolinea sarcastico Foti – mi pare ci siano molti menagrami. Noi non moriamo neanche se ci ammazzano, per dirla con Guareschi”. Foti chiama in causa il patto di Governo. “Per rispondere alle esigenze del blocco sociale del centrodestra, è indispensabile il mantenimento del taglio del cuneo fiscale, l’abbassamento della pressione fiscale che deve necessariamente trovare nel secondo modulo della riforma il coinvolgimento del ceto medio – prosegue – quindi le agevolazioni per le donne lavoratrici con figli e poi, per quanto riguarda le imprese, la maxi-deduzione per chi assume”. Nel centrodestra si è acceso il dibattito interno sulla possibilità di attuare una riforma della cittadinanza, con lo Ius Scholae.

“Mi pare che il calendario dei lavori parlamentari, come ha sottolineato il vicepresidente della Camera di Forza Italia, Giorgio Mulè, sia molto corposo. Per quanto ci riguarda, lo Ius Scholae non è nel programma di Governo”, sentenzia Foti. “E d’altra parte, Antonio Tajani, proprio al vostro giornale, ha chiarito perfettamente la posizione di Forza Italia”. In pratica, è uno stop chiaro e inequivocabile all’ipotesi di Ius Scholae. Appena tre giorni fa, intervistato dal Corriere della Sera, Foti era stato persino più netto. “La cittadinanza non è una priorità”, aveva tagliato corto. “Sullo Ius Scholae, come sullo Ius Culturae, bisognerebbe fare un po’ di esegesi. È così urgente questa riforma, che da nove anni il Parlamento se ne occupa e non l’ha mai portata a termine? Nel 2015 fu approvato lo Ius Culturae alla Camera, col Pd al Governo. Nel 2017 al Senato fecero mancare il numero legale per non approvarla, altrimenti sarebbe caduto il Governo Gentiloni. È legittimo che un partito possa sottolineare una proposta che non è nel programma elettorale della maggioranza, né di FdI, né della Lega e nemmeno di Forza Italia. È legittimo che Tajani lo ritenga un argomento di discussione, ma lo è anche individuare delle priorità, che poi non toccherebbe certo all’opposizione decidere”.


di Manlio Fusani