Lysander Spooner: un incoercibile libertario

martedì 30 luglio 2024


È stato un anarchico individualista con opinioni radicali su tutto. La sua vera vocazione era scrivere opuscoli e libri su vicende di attualità

Lysander Spooner può essere considerato il padre fondatore del Movimento libertario americano. La sua formazione giuridica lo ha portato a impegnarsi, contro ogni forma di prevaricazione perpetrata dal potere governativo, nella difesa dei diritti fondamentali dell’individuo. È stato un anarco-individualista che ha influenzato filosofi ed economisti, tra cui il teorico giusnaturalista statunitense Murray Rothbard. Come abolizionista e antiproibizionista, ha svolto un’assidua e tenace attività di denuncia dei privilegi e degli abusi dello Stato. A partire (1845) dalla pubblicazione de L’incostituzionalità della schiavitù fino al 1861, ha condotto una campagna contro la schiavitù, diffondendo nel 1858 un piano per l’abolizione della stessa con l’ausilio degli abolizionisti del Nord e della guerriglia contro i proprietari di schiavi neri e meridionali. Una delle grandi sfide lanciate da Spooner è stata la fondazione di una compagnia postale privata, la American Letter Mail Company, che si è opposta al monopolio statale dell’Us Post Office. Nonostante il fallimento della sua iniziativa, provocato dai pesanti sabotaggi governativi, Spooner è riuscito a determinare un notevole abbassamento delle tariffe.

Nel saggio del 1870, Nessun tradimento, il teorico del libertarismo ottocentesco ha formulato una devastante critica alla superstiziosa credenza della natura vincolante della Costituzione americana e di ogni altra Carta Costituzionale. Ha affermato il diritto di ogni generazione di darsi una propria tavola fondamentale dei valori, sulla base di un consenso effettivo e non presunto. Partendo dalla premessa che la Costituzione non è mai stata firmata né accettata da alcuno come contratto, e dunque non ha mai vincolato e non è vincolante per nessuno, il filosofo americano ha chiarito che non ci si può aspettare che alcun popolo acconsenta ad essa, a meno che non sia obbligato a farlo sotto la minaccia di una baionetta. I vizi non sono crimini del 1875 è invece un saggio di palpitante denuncia nei confronti di un aspetto negativo della democrazia: il fatto che un ristretto gruppo di uomini decidano ogni dettaglio della vita degli altri uomini. Oltreché giudice e sbirro, lo Stato si è fatto sempre più anche prete, medico, precettore, balia e quelli che le tirannie confessionali del passato avevano condannato come peccati, sono stati puniti come crimini dalle democrazie laiche successive.

Legge di natura (1882), uno degli ultimi saggi del libertario di Athol, si sostanzia in un inquadramento della giustizia come scienza di tutti i diritti dell’uomo e in particolare come “la sola scienza che può dire a un uomo ciò che può o non può fare, ciò che può o non può avere, ciò che può o non può dire senza violare i diritti degli altri”. Nel testo è proposto il desolante passaggio della legislazione come frode e antitesi alla giustizia naturale che si fonda sulla massima del vivere con onestà, non arrecare danno ad alcuno, dare a ciascuno ciò che gli è dovuto. Tutti i grandi Governi del mondo sono stati, a parere di Spooner, mere bande di rapinatori, che si sono associati al fine di assoggettare i propri simili. E le loro leggi sono state solamente gli accordi a cui hanno aderito per difendere le proprie organizzazioni, agire insieme nel saccheggio e nell’asservimento del prossimo e per assicurare a ciascuno la propria parte di bottino. La conclusione di Spooner è che “la legislazione del mondo ha fondamentalmente avuto origine nel desiderio di una classe di persone di saccheggiare e assoggettare i propri simili, e di possederli come fossero una proprietà”.

Molte idee di Lysander Spooner sono state accolte e sviluppate ulteriormente nel Novecento dalla corrente libertaria americana ed europea. La sua lezione di incoercibilità rimane tuttora attuale. Come ha scritto Murray Rothbard: “Siamo tutti debitori nei confronti di Carl Watner per aver scoperto un’opera sconosciuta del grande Lysander Spooner, che era riuscita a sfuggire al curatore delle Opere complete di Spooner. Sia il titolo che la sostanza di I vizi non sono crimini evidenziano il ruolo unico che per Spooner la moralità e il principio morale avevano tra gli anarchici e i libertari del suo tempo. Perché Spooner era l’ultimo dei grandi teorici dei diritti naturali tra gli anarchici, i liberali classici o i teorici morali in generale; il coraggioso vecchio erede della tradizione del diritto naturale e dei diritti naturali del XVII e XVIII secolo stava combattendo una battaglia di retroguardia contro il crollo dell’idea di una moralità scientifica o razionale, o della scienza della giustizia o del diritto individuale”.


di Daniela Rabia