mercoledì 24 luglio 2024
Un’uscita di Roberto Gualtieri ha destato “sconcerto e incredulità” tra i sindacati della Polizia locale di Roma. Il primo cittadino della Capitale, parlando del problema dei borseggi in metro, in una intervista a Sky Tg24 ha detto tra le altre cose che i vigili “non possono fare arresti”. Tanto è bastato per alimentare le polemiche tra i rappresentanti dei caschi bianchi. Così, nonostante il caldo di questi giorni, è montata una vera e propria bufera.
Marco Milani, segretario capitolino del Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale) è sbottato, segnalando che è un fatto grave che colui “che è formalmente a capo del Corpo di polizia cittadino ne sconosca compiti e qualifiche”. Un aspetto, ha sottolineato, sintomatico “della scarsa attenzione da parte di questa politica nei confronti del Corpo. Normale poi che manchino riconoscimenti contrattuali adeguati, gradi e riordino delle carriere, strumentazioni adeguate e 3mila agenti all’appello – ha insistito – se il primo cittadino non ha chiaro quel che facciamo. Ma in categoria serpeggia anche il sospetto che dietro il mancato impiego degli agenti nel contrastare le bande di borseggiatori sulle linee metropolitane, oltre l’ignoranza possano esserci motivi economici, quali un prossimo appalto di 93 milioni di euro per tre anni di vigilanza privata nelle stazioni”. Per dare un’idea, ha aggiunto Milani, “gli straordinari di tutti i 6mila agenti della Polizia locale, orari notturni compresi, hanno un costo di 10,5 milioni di euro l’anno. Qualcuno intende spenderne oltre 30 per le sole stazioni metro oltretutto chiuse negli orari notturni”.
Bordate sono giunte pure da Sergio Fabrizi, segretario provinciale Ugl Autonomie di Roma: “È imbarazzante, come organizzazione sindacale, pensare di doversi confrontare sulle problematiche del personale della Polizia locale con un sindaco che non conosce le competenze professionali dei propri dipendenti. Se un sindaco, tra l’altro della Capitale d’Italia, disconosce che i propri agenti compiano anche arresti – ha evidenziato – come giustifica le spese per l’acquisto delle manette? E se ignora che tra gli obblighi di legge degli agenti ci sia quello di intervenire per interrompere un reato in corso, cosa può dire nelle riunioni dei Tavoli prefettizi sulla sicurezza a cui è chiamato ad intervenire? Il dubbio ora sorge spontaneo: il sindaco Gualtieri è almeno a conoscenza delle proprie responsabilità in tema di sicurezza urbana?”.
Per Mirko Anconitani della Uil Fpl “il corpo della polizia locale di Roma Capitale e i suoi 6mila agenti e ufficiali meriterebbero più rispetto e considerazione, ancor più convinti che serva una seria riforma delle Polizie locali d’Italia che riconosca alla Polizia locale pari diritti pari tutele, pari strumenti e pari dignità al pari dei corpi di polizia dello Stato. In questo modo – ha osservato – si eviterebbero anche grosse confusioni e scivoloni, come quello in cui è inciampato il primo cittadino della Capitale. Basta ipocrisie, mettiamo al centro la vera Polizia di prossimità”.
In ultimo, la stoccata di Mauro Cordova (presidente dell’Arvu Europea): “Evidentemente per il sindaco gli agenti in metro sarebbero come Cicalone, dal momento che per lui non avrebbero il potere di eseguire arresti. Eppure, agli 800 neoassunti da circa tre mesi presso la scuola del Corpo vengono ripetuti a menadito i doveri e i poteri derivanti dalle qualifiche di agenti di Pubblica sicurezza e di Polizia giudiziaria. Dopo questa gaffe sul Corpo di Polizia cittadino, da fare invidia alla recente leadership americana, il Sindaco dovrebbe seguirne l’esempio. E dimettersi”.
di C.B.