Valditara: “Preside Tasso lascia per una minoranza militante”

giovedì 11 luglio 2024


“A lui la mia piena solidarietà”. È questa la presa di posizione di Giuseppe Valditara. Lo afferma il ministro dell’Istruzione in un’intervista al Messaggero, dove commenta il caso di Paolo Pedullà, preside del Liceo Tasso di Roma, molto critico sull’occupazione studentesca all’inizio dell’anno, che ha deciso di andare a dirigere un altro istituto. “Servono – sostiene Valditara – apertura, dialogo, democrazia e civiltà. Nella scuola e in ogni altro ambito. E purtroppo, sia nella scuola sia nella società, questi valori sono talvolta calpestati da minoranze che si sentono moralmente superiori”. Valditara è convinto: “È una vicenda che mi ha colpito. Perché Paolo Pedullà è un preside molto stimato e preparato ed è uomo di quella sinistra autenticamente democratica e liberale, ormai sempre più rara, che ha il culto del rispetto della persona, delle regole e dei beni pubblici. Spiace che per comportamenti immaturi e irresponsabili di una minoranza molto lontana dai valori democratici sia stato costretto a chiedere il trasferimento dal liceo Tasso ad altra scuola. A lui va la mia piena solidarietà”. L’ipotesi suggerita al ministro è che il preside che possa essersene andato perché stanco delle minoranze di studenti e di genitori che vogliono comandare dentro le scuole. “Non è che queste minoranze comandano. Il problema vero è che praticano una militanza molto amplificata dai media. Il genitore che ha a cuore la serietà dell’insegnamento e il buon uso della scuola come luogo didattico, come luogo di crescita e di vita, spesso non si fa sentire. E alla fine subisce la prepotenza e l’arroganza delle minoranze rumorose”.

Intanto, Valditara ha detto la sua presentazione dei risultati Invalsi alla Camera dei deputati. “Di fronte a certe indagini che sono state pubblicate nei giorni scorsi in cui ci sarebbe un calo della fiducia delle famiglie e dell’opinione pubblica nei confronti dei docenti italiani – afferma – voglio dire il contrario: ho grande fiducia nella scuola italiana, nel lavoro che fanno gli insegnanti. Perché questi straordinari risultati sono il frutto di una serie di provvedimenti che abbiamo adottato, ma sono anche il frutto della competenza, dell’entusiasmo, della passione che vedo girando le scuole di tutta Italia, di docenti e dirigenti e tutti coloro che sono deputati a fare crescere i nostri ragazzi”. Il ministro ha poi ringraziato la scuola italiana “per quello che ha saputo fare anche negli anni difficili del Covid e negli anni della ripresa per raggiungere risultati che ci mettono sempre più al pari con i migliori paesi d’Europa”.


di Duilio Vivanti