Piazza Italia a Roma: hasta siempre la sudata proprietà!

lunedì 8 luglio 2024


Piazza Italia 2024, l’evento di Fratelli d’Italia tenutosi a Roma nella storica e popolare piazza Vittorio Emanuele II il 4, 5 e 6 luglio, ha evidenziato lo spartiacque tra la politica dei privilegiati e la politica di tutti i cittadini. Tra il politichese della post-ideologia, da un lato, e la vera politica pragmatica nell’ascolto proattivo delle esigenze, da quest’altro lato.

Le istanze della maggior parte dei cittadini romani, le urgenze dei lavoratori che transitano in giro per Roma per guadagnarsi da vivere, le necessità di tutti coloro che da ogni parte d’Italia e del mondo verranno a visitare e ad onorare la Città eterna nella sua universalità durante l’imminente Giubileo 2025, sono fatti reali, concreti, e ahinoi dolenti.

A questi dolenti disagi Piazza Italia ha cercato di dare voce in una Roma spesso aiutata, di recente, dalle autorità centrali dello Stato, nel perseguimento dell’unico obiettivo che conta: il benessere dei cittadini, nello sviluppo umano delle loro proprietà e attività, nell’incremento reale dei propri diritti socio-economici e delle proprie libertà. Roma merita di non disperdere le proprie opportunità, Roma merita identità forte. Roma è libertà e ordine: due valori pragmatici che non devono più essere negati, né resi ossimoro, nei settori della mobilità e della qualità abitativa di tutti i luoghi, centrali o periferici che siano; senza discriminazioni ingiuste. Roma merita di non negare mai dinamicità e prosperità diffuse, accessibilità per tutti alla sana e sacra qualità della vita.

Roma ancora una volta è prigioniera di una post-ideologia socioeconomicamente nichilista che, mascherata di green, in fin dei conti lascia al verde le tasche nonché le esistenze delle persone in carne, ossa e spirito. Il fluido machismo sordo del green post-ideologico, infatti, vorrebbe una Roma che continui a bloccarsi e a bocciarsi nei lavori pubblici, per qualsiasi motivo, come quasi fosse una scusa per non portare a termine le opere e lasciare ad altri la patata ardente.

Quello stesso fluido machismo green ha anche generato il rischio di rinchiudere i romani e i turisti in una Ztl generale, di non farli muovere come liberamente scelgono di muoversi nel rispetto delle regole e delle utilità di una smart capital che così smart – appunto – non è. E allora a breve ci si ritroverà a dover dismettere automobili e case, a fare di tutto un super costo, non per vivere da benestanti bensì semplicemente per sopravvivere.

A tutto questo Piazza Italia ha detto no. Da tutto questo, così, occorre partire per generare battaglie di civiltà identitariamente evoluta, per giungere insieme a condizioni oggettive e soggettive di svolta efficiente. Occorre progettare, credere, osare; battersi, per il bene di Roma. Per il bene dell’apertura umana, intergenerazionale, popolare e geopolitica della nostra amata Capitale italeuropea.

Se i diritti sociali al benvivere di tutti ancora non hanno Pride, nella Capitale della patria italeuropea occorre mobilitarsi per la sociabilità di tutti i diritti: oltre le corde rotte del politicamente corretto, e corrotto. E se tra i diritti civili d’Europa dovesse esservene almeno uno senza Pride, come la sudata proprietà delle famiglie, i patrioti veri sapranno rivendicarlo nella sostanza con orgoglio, con metodo e senza carnevali, ma soprattutto con onore.


di Luigi Trisolino