La conoscenza della storia

giovedì 4 luglio 2024


È inutile negarlo: la lettera inviata da Giorgia Meloni ai dirigenti di FdI è stata una mossa innegabilmente perfetta. La leader del più grande partito d’Italia (nonché capo del Governo) ha messo finalmente tutto nero su bianco e ha fatto sapere che vuole fuori da Fratelli d’Italia coloro “che ci riportano indietro”. In parole povere, nel partito non c’è più posto per nostalgici dalla mano tesa facile, per razzismo e antisemitismo. Che i giovanotti che parlano di Adolf Hitler e Benito Mussolini come fossero loro parenti lo sappiano: Giorgia Meloni non vi vuole più. Sono finiti i tempi in cui queste camicie nere “de noantri” costituivano “la mejo gioventù”. Per chiarezza, la presidente del Consiglio sottolinea che “i conti col ventennio fascista li abbiamo fatti decenni fa. Il nostro compito – prosegue – è così grande che non può essere rovinato da atteggiamenti macchiettistici”. Ai tempi della svolta di Fiuggi (1995), molte di queste macchiette non erano neppure nate, altre di loro sapranno forse che in quella località del frusinate si può bere un’acqua che ha effetti curativi, nient’altro. Eppure la conoscenza della storia (anche recente) dovrebbe essere alla base dell’impegno politico di chiunque.

L’operazione-lettera della Meloni è perfetta ed è “doveroso riconoscerla – per dirla con Massimo Franco del Corriere della Sera – come volontà di scomunicare una volta per tutte legami col passato e col presente di un estremismo radicato, seppure minoritario. Si vedrà quanto alla durezza mostrata nella lettera dalla premier – prosegue Franco – seguiranno fatti concreti e duraturi”. Lo scritto della Meloni ha provocato le reazioni (negative) di Forza Nuova e del Pd che tramite Roberto Morassut hanno fatto sapere che quelle della premier sono “parole insufficienti”. Così come sono insufficienti, ci viene da aggiungere, le parole (e soprattutto i fatti) di una buona parte dell’opposizione alla continua ricerca di sé stessa e tenuta insieme soltanto dal termine antifascismo. Un po’ poco ma d’altronde come e su cosa potrebbero andare d’accordo, ad esempio, 5 stelle e +Europa? E il Pd, che sul sostegno all’Ucraina non sa che pesci prendere? Si potrebbe andare avanti ma non abbiamo più spazio.


di Gianluca Perricone