Ue, la partita di Meloni su Belloni e Fitto

lunedì 1 luglio 2024


Sarà la plenaria del 18 luglio a battezzare l’assetto istituzionale dell’Unione europea. Per Giorgia Meloni sono due le ipotesi in campo nella partita continentale. Come scrive il Giornale, dopo l’indebolimento politico del presidente Emmanuel Macron, prendono piede le quotazioni italiane per la poltrona di vice della presidente Ursula von der Leyen. A quanto pare, il confronto, aspro, si registra tra Italia e Francia. Meloni punta dritto a un portafoglio economico. La prima scelta, dove si sta consumando il braccio di ferro tra Roma e Parigi, sarebbe la casella di responsabile della politica commerciale, della concorrenza e della politica economica. Un super commissario che compenserebbe l’esclusione di Meloni dall’accordo tra popolari, socialisti e liberali sui top jobs nell’Ue. Il favorito per assumere l’incarico di commissario è il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Anche se la premier avrebbe preferito un profilo tecnico, per evitare pressioni da parte degli alleati su possibili rimpasti nell’Esecutivo.

Le deleghe di Fitto resterebbero in campo alla Presidenza del Consiglio e affidate a un sottosegretario. Si fa strada il nome di Letizia Giorgianni, fedelissima di Giovanbattista Fazzolari. Dalla partita per il commissario Ue si è tirato fuori Guido Crosetto: “Un commissario di peso all’Italia, scrivono. Probabilmente quest’ultimo è l’unico motivo per cui circolava, senza altra ragione reale, anche il mio nome. Si sono persi il fatto che la dieta drastica ed altre concause mi hanno ormai fatto perdere oltre 20 chili”, ha precisato ironicamente su X il ministro della Difesa. Restano sul tavolo altre due opzioni: Elisabetta Belloni e l’ad di Leonardo Roberto Cingolani. La virata su un profilo tecnico è vincolata anche all’esito dello scontro sul portafoglio tra Roma e Parigi. L’ipotesi Belloni ritornerebbe in campo con forza qualora Meloni ottenesse la delega sui Migranti. È una partita a scacchi che la presidente del Consiglio e leader dei Conservatori europei vuole giocare senza rinunciare ad alcuna carta.


di Manlio Fusani