giovedì 13 giugno 2024
Il Movimento 5 stelle è al minimo storico, con il 9,99 per cento. Per queste ragioni, l’ex premier ha parlato di dimissioni. In realtà, si è trattato di un bluff per blindarsi. Dopo la storica batosta subita alle Europee, il leader del M5s ha convocato in autunno un’Assemblea costituente. Giuseppe Conte non ha usato la parola “congresso” e ai parlamentari ha detto che è “venuto il momento di avere una grande assemblea collettiva con la partecipazione di tutti gli iscritti”. L’obiettivo reale è quello di ottenere, definitivamente, le chiavi del Movimento attraverso un ulteriore modifica dello Statuto. Con l’abolizione della regola dei due mandati, che non ha consentito ai più conosciuti di correre per un seggio a Bruxelles. Conte auspica di sopprimere anche il sistema del voto online per tagliare fuori definitivamente la Piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio. Infatti, il figlio di Gianroberto, all’indomani delle Europee, ha invitato Conte a farsi da parte. Eppure, il leader ha voluto dare l’impressione di non essere legato al ruolo. “La mia guida – ha detto – rimane e rimarrà sempre e solo funzionale agli interessi superiori della nostra comunità”. L’ex avvocato del popolo ha detto di volere “approfondire con franchezza le ragioni di questa sconfitta”. Ma numerosi deputati e senatori pentastellati stanno invocando l’intervento di Beppe Grillo. Un fatto è certo: il percorso che porterà all’Assemblea costituente sarà lungo e pieno di incognite.
Ma se c’è chi critica Conte, c’è chi, come Pasquale Tridico lo difende. In un’intervista alla Stampa, l’ex presidente dell’Inps, diventato parlamentare europeo del M5s con 119mila preferenze al Sud, ha commentato l’esito delle Europee. “Senza Giuseppe Conte – ha detto Tridico – alle ultime elezioni politiche il Movimento sarebbe scomparso. E, se il M5s oggi siede fra i non iscritti al Parlamento europeo è principalmente per responsabilità di chi nel 2019 scelse alleati irrilevanti”. Quanto alla sconfitta europea, secondo Tridico dipende da “tre ragioni. La prima: ci ha penalizzato la bassa affluenza, scesa sotto il 50 per cento, addirittura al 35 nelle Isole. La seconda: la composizione delle liste. Negli altri partiti c’erano volti riconoscibili, esponenti locali con tanta esperienza alle spalle, da noi meno. Terzo: abbiamo pagato la coerenza di scelte come quella di non ingannare gli elettori candidando il leader. Tuttavia, siamo la terza forza politica, una delle più votate dai giovani e siamo forti in molte città del Sud”.
Sul futuro dei pentastellati si è interrogato anche Roberto Fico. Il voto alle Europee “non ci soddisfa. E quindi è bene ammetterlo. Ora possiamo riflettere per migliorare nel nostro percorso”. In un’intervista al QN, il presidente del Comitato di garanzia del Movimento 5 stelle ed ex presidente della Camera, ha ammesso la sconfitta. “Quello che ci ha più penalizzato – ha detto – è l’affluenza, che pesa diversamente per noi al Nord rispetto al Sud. Questo però non ci assolve, sia chiaro”. Per Fico, “oggi dobbiamo rilanciare i temi forti che riguardano il futuro: la transizione ecologica, la lotta alle diseguaglianze e alla povertà, il sostegno al reddito. E poi parlare degli scenari futuri italiani: il Patto di Stabilità è scellerato, ci porterà difficoltà enormi nei conti pubblici, e il Governo non ha fatto niente per questo. Dobbiamo rilanciare le nostre tematiche”. Fico ha negato poi problemi sulla posizione di Conte alla guida del Movimento: “Non c’è nessun processo a Conte e la sua leadership non è in discussione. Noi dobbiamo discutere in profondità all’interno del M5s, non di Giuseppe Conte. Le elezioni le ha perse il Movimento. Ora torneremo a lavorare più uniti che mai”.
di Duilio Vivanti