Europee: Meloni la più votata d’Italia, Le Pen a valanga in Francia

lunedì 10 giugno 2024


Sogni, incubi, conferme, delusioni. I risultati delle Europee offrono diversi spunti. Nel nostro Paese, per esempio, l’astensionismo fa sentire la propria voce, raggiungendo quasi il 50 per cento (49,69 per cento). I partiti dell’attuale maggioranza si rafforzano: presi insieme sfiorano il 48 per cento. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia salgono di ben oltre un punto percentuale ciascuno rispetto alle Politiche di settembre 2022. Sul trono FdI (oltre il 28 per cento), poi 9,72 per cento per Fi e 9,12 per il Carroccio. Nelle opposizioni il Partito democratico è il primo partito (24 per cento), Alleanza verdi e sinistra va oltre il 6 per cento, Stati Uniti d’Europa (3,75 per cento) e Azione (3,31 per cento) non superano la soglia del 4 per cento necessaria per mandare eletti a Strasburgo. Male i Cinque stelle, che scendono sotto il 10 per cento e aprono, giocoforza, una riflessione interna che lascerà sicuramente degli strascichi.

ESULTA MELONI

La premier, ospite di Rtl 102.5, confessa: “È un risultato che non era scontato, penso sia un risultato clamoroso, molto importante politicamente, commovente personalmente”. E prosegue: “Penso che sia chiaro come in Europa tutti i partiti di Governo, in una fase così difficile, abbiano sofferto e che in Italia siamo in controtendenza con un risultato di FdI che cresce in modo significativo e, riguardo alla maggioranza, con tutti i partiti che crescono. Voglio fare i miei complimenti a Forza Italia e Lega”. La maggioranza che sostiene l’Esecutivo, secondo la presidente del Consiglio, “esce più forte e più coesa, abbiamo dimostrato che tutti i partiti possono crescere insieme”. Sull’astensionismo, poi, Meloni osserva che si tratta di un tema non prettamente italiano, in quanto in tutto il Continente. “È il segno che l’Europa viene percepita come distante e di come abbia fatto politiche non condivise dai cittadini e si vede dal fatto che le forze alternative alla sinistra crescono in tutta Europa”. Allo stesso tempo, sul buon risultato del partito dei conservatori in Europa, rivela: “È un richiamo a politiche più pragmatiche, meno ideologiche e in alcuni casi folli, ad esempio sul green deal. Serve un’Europa più capace di ascoltare i cittadini e meno invadente sulla vita delle persone”. In ultimo, nell’ottica delle future alleanze, chiosa: “È presto per dare una risposta, stiamo ancora raccogliendo i dati per capire le possibili maggioranze. Da un lato una parte dei partiti che l’hanno sostenuta che tiene bene, ma crescono anche i partiti che non l’hanno sostenuta”.

TERREMOTO FRANCESE

Marine Le Pen stravince in Francia. Emmanuel Macron, così, è costretto a sciogliere il Parlamento, annunciando la convocazione di nuove elezioni. “Non posso che salutare con favore questa decisione – spiega Le Pen – siamo pronti a governare se i francesi vorranno darci la fiducia. Siamo pronti a esercitare il potere. Siamo pronti a risollevare il Paese, a difendere gli interessi dei francesi, a porre fine a questa immigrazione di massa, a fare del potere d’acquisto dei francesi una priorità, pronti ad avviare la reindustrializzazione del Paese”. Scene di giubilo nel quartier generale del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. Dietro i lepenisti e – staccati per distacco – macroniani e socialisti di Raphaël Glucksmann: solo tre partiti – sotto al 10 per cento – sembrano essere al di sopra della soglia minima fissata al 5 per cento. Parliamo dei radicali di sinistra de La France Insoumise, i Républicains, Reconquète. Malissimo la lista ecologista di Marie Toussaint.

TSUNAMI NEL VECCHIO CONTINENTE

In Germania Alternative für Deutschland prende più voti dell’Spd, il partito del cancelliere Olaf Scholz: il risultato di 15,9 per cento a 13,9 per cento significa molto. E farà sentire il suo peso pure in seno al Governo. Da segnalare che l’Spd – nel 2019 – racimola un 15,8 per cento. Un risultato già basso all’epoca. Ora i chiari di luna sono a tinte fosche. Poi ecco l’Austria: l’Fpo sbanca con il 25,7 per cento. Seguono i conservatori del Partito popolare con 24,7 per cento delle preferenze e i Socialdemocratici (23,3 per cento). Infine, i Verdi raggiungono il 10,9 per cento e Neos il 10,1 per cento. Per la prima volta Fpo si piazza in testa in un’elezione nazionale. Allo stesso tempo, il capo del Governo belga, Alexandre De Croo, annuncia le dimissioni, alla luce dei risultati delle elezioni legislative nazionali svolte insieme alla consultazione per l’Europarlamento. In lacrime, afferma: “Per noi è una sera particolarmente difficile, abbiamo perso. Mi assumo le mie responsabilità, mi concentrerò sulla gestione degli affari correnti. Farò di tutto per agevolare la transizione a un mio successore. Il Paese ha bisogno rapidamente di un nuovo Governo”.

I RISULTATI DEL VOTO IN EUROPA: GLI SCENARI

Al netto di tutto, e tenendo conto dei dati disponibili, le elezioni vedono l’avanzata delle forze di centrodestra in Europa. Il Parlamento continentale, a sua volta, è decisamente frammentato. Da questo punto di vista, trovare gli equilibri non sarà per nulla semplice. Pur mantenendo la maggioranza, la grande coalizione subisce un ridimensionamento.


di Mimmo Fornari