venerdì 17 maggio 2024
“Noi siamo il partito che traina la coalizione”. Lo afferma Tommaso Foti in un’intervista alla Stampa. Il primato, secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, comporta oneri e onori. Per queste ragioni, a proposito delle recenti schermaglie tra Forza Italia e Lega, Foti sottolinea la contingenza “delle elezioni basate sul sistema proporzionale”. A suo avviso, è evidente che le Europee creino “un po’ di fibrillazioni. Basta vedere la crociata messa in piedi da Giuseppe Conte per far fallire il dibattito televisivo tra Elly Schlein e Giorgia Meloni”. Foti rivendica: “Noi siamo il primo partito, perciò ci dobbiamo far carico di trovare dei punti di equilibrio. Da questo punto di vista siamo sempre disponibili a evitare fibrillazioni in maggioranza”. Quanto alla stretta sul Superbonus, Foti non ha dubbi: “Ha creato voragini nel bilancio dello Stato, dobbiamo usare buon senso e senso di responsabilità. La stretta che abbiamo approvato non è stata decisa a cuor leggero, è indispensabile per non arrivare a novembre con l’esame della Legge di Bilancio avendo il rimpianto di non essere intervenuti in tempo per tappare il buco”. Foti rimarca: “Non c’è retroattività. E se avessimo la bacchetta magica per moltiplicare le risorse in entrata e attenuare le uscite non staremmo qui a parlare dei dissesti del Superbonus. La politica non è propaganda, noi dobbiamo assumerci le responsabilità davanti agli italiani”. Alla domanda se sia stata Meloni a convincere Giancarlo Giorgetti a rinviare la Sugar tax come chiedeva Forza Italia, Foti risponde: “Può essere, mentre è certo che la Sugar tax è stata rinviata grazie ai voti dei parlamentari che erano presenti in commissione, non da chi si è assentato”.
Foti poi alla Camera attacca il Partito democratico sull’immigrazione. “Quando sei mesi fa – dice – il primo ministro Albanese, Edi Rama, firmò il Protocollo Italia-Albania, voluto da Giorgia Meloni, il Pd parlò di violazione del diritto internazionale e propose di estrometterlo dal Pse. Chissà se il segretario dem Schlein farà lo stesso con i ministri socialisti di quelle Nazioni europee che hanno firmato la lettera in cui, 15 Paesi su 27, chiedono alla Commissione di adottare una linea più dura sugli immigrati. Richiesta che il Pd ha pensato bene di tenere celata il più possibile alla luce delle imminenti elezioni europee e visto che la soluzione che si chiede di seguire sull’immigrazione ricalca la linea dettata dal premier Meloni, con il Protocollo Italia-Albania preso a modello, la previsione di più centri di accoglienza fuori dai confini Ue, interventi sulle rotte migratorie e più rimpatri”. Secondo Foti, “un duro smacco per il Pd e per la politica dell’accogliamoli tutti, considerata fallimentare da gran parte delle nazioni Ue, anche quelle sue alleate che oggi gli voltano le spalle. Grazie a Giorgia Meloni e alle politiche lungimiranti e coerenti di Fratelli d’Italia adottate per contrastare l’immigrazione, l’Italia si è guadagnata il meritato ruolo di attore e modello da seguire anche a Bruxelles”.
di Manlio Fusani