“Svolta autoritaria”, “P2” e altre cose dette al congresso dell’Anm

lunedì 13 maggio 2024


“La riforma della giustizia è un pilastro fondamentale del disegno riformatore” dell’Esecutivo. Così il presidente del Movimento cinque stelle, Giuseppe Conte, al congresso nazionale dell’Anm (Associazione nazionale magistrati). E aggiunge: “È un processo di accentramento e di ridistribuzione dei poteri in senso verticistico. Difficilmente, questo disegno potrà completarsi con una magistratura indipendente. Di qui la prospettiva della separazione delle carriere e la riforma del Csm, la revisione dell’obbligatorietà della legge penale. Sono tutti corollari di un medesimo disegno riformatore. È evidente che la svolta autoritaria presenta assonanze con il progetto di rinascita democratica della P2”. Parole, queste, che ricevono l’immediata replica della Lega: “Sono molto gravi le parole di Giuseppe Conte su P2 e svolte autoritarie al congresso nazionale della Anm. Auspichiamo che l’ormai ex avvocato del popolo, che nelle piazze italiane raccoglie solo i fischi dei lavoratori, abbia il coraggio di accettare il confronto televisivo con Matteo Salvini: nelle democrazie dovrebbe funzionare così, mentre è proprio nei regimi autoritari che non esiste il dibattito”.

Per Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, “dobbiamo certamente farci comprendere di più, non siamo abituati a parlare alla gente, il linguaggio giuridico può anche essere un ostacolo. Non deve essere così, dobbiamo sapere comunicare per spiegare che non c’è nessuna chiusura corporativa, nessun atteggiamento da casta. Si tratta di magistrati, quindi di una porzione di cittadinanza, che su certi temi vuole dire la propria. Poi che la politica decida”. E ancora: “Non abbiamo da trattare. Non si tratta di discutere di diritti dell’impiegato magistrato. È un problema di cultura istituzionale e costituzionale. Noi non abbiamo da trattare, solo da parlare alla politica e alla società per dire che questa Costituzione ha ancora molto da dire e non va toccata almeno per quanto riguarda la giurisdizione”.

Per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, “in questo momento si stanno affollando vari provvedimenti di vario tipo e siamo nel mezzo di una campagna elettorale che riduce di molto le possibilità di riunione del Parlamento e dello stesso Governo, quindi non sono in grado rispondere. Sappiamo che la campagna elettorale impegna le energie dei partiti”. Queste le sue parole, parlando con i cronisti, in merito ai tempi relativi all’approvazione del provvedimento del Governo che punta a separare le carriere dei magistrati. “La separazione delle carriere – insiste – era nel programma elettorale ed è un percorso sicuramente lungo, perché richiede una revisione costituzionale che sarà fatta nel principio della dichiarazione di Bordeaux, che prevede la netta distinzione tra magistrati del pubblico ministero e magistrati giudicanti, e prevede che ci sia un’assoluta indipendenza tra pm nei confronti di qualsiasi autorità a cominciare dal potere esecutivo. Questo per me è un dogma non trattabile”.


di Mimmo Fornari