Piantedosi: “Le regole dell’ordine pubblico non devono cambiare”

lunedì 29 aprile 2024


“È necessario mantenere un clima pacifico dentro le università”. Ecco la strada di Matteo Piantedosi in una fase sociale molto delicata. Allo stesso tempo, secondo il ministro dell’Interno, “le regole dell’ordine pubblico non devono cambiare”. Lo dichiara il titolare del Viminale nel corso di un’intervista alla Stampa. Piantedosi chiede di evitare allarmismi sui cortei e sui rischi di attacchi del terrorismo internazionale: “Siamo attenti, ma non preoccupati”, sottolinea. Sotto la lente c’è l’atmosfera che si respira nelle università italiane. “C’è una forte attenzione, più che preoccupazione. Occorre monitorare che ogni legittimo fermento non venga infiltrato e strumentalizzato per riproporre schemi di contrapposizioni violente”, afferma Piantedosi. In questo senso, “condivido con il ministro Bernini la necessità di mantenere un clima pacifico all’interno delle università”. Tuttavia, per quanto riguarda la possibilità di cambiare le regole dell’ordine pubblico, “non ha alcun senso immaginarlo e non è intenzione del Viminale cambiare le regole di gestione dell’ordine pubblico negli atenei, men che mai nella direzione di restringere la libertà di manifestare”. Per quanto riguarda l’allarme terrorismo, “non ci sono elementi specifici su azioni preparatorie in corso sul territorio nazionale”. Tiene banco anche l’accordo con l’Albania: i primi migranti saranno inviati “appena saranno pronte le strutture per ospitarli. Non conta la data di partenza ma il risultato dell’operazione che prevedo possa essere estremamente importante. Al progetto guardano con attenzione tutti i nostri partner europei”. Sul fronte politico, Piantedosi respinge l’idea di una sua candidatura a governatore della Campania: “È un’ipotesi assolutamente infondata”. E sui rapporti con la Lega replica così: “Non sono mai stato iscritto ad alcun partito e ho un curriculum noto e riconoscibile. Ho un antico rapporto di stima e amicizia con Matteo Salvini e oggi anche con Giorgia Meloni e Antonio Tajani e gli altri ministri”.


di Manlio Fusani