mercoledì 27 marzo 2024
“Non c’è nulla di male se una persona cerca di capire come è fatta e magari può cercare di correggersi”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in relazione ai test psicoattitudinali per i magistrati. E alla domanda se fosse possibile ripetere l’esame di accesso alla magistratura, qualora il candidato non superasse i test, risponde: “L’esame di accesso alla magistratura si può ripetere quattro volte”. Prosegue il Guardasigilli: “Quando entrambe le Camere ti inviano determinate osservazioni, è un dovere quasi del Governo quello di adeguarsi. Purtroppo, abbiamo assistito in questi giorni a una polemica di cui mi rammarico come magistrato, come quando – ricorda – è stato criticato il concorso ai soli giudici onorari senza leggere la bozza di un testo ancora in fieri. Sono polemiche sterili, vuote astrazioni polemiche, nessuno ha mai pensato di introdurre valutazioni periodiche dell’attitudine e della psiche dei magistrati”.
“Sui test psicoattitudinali dei magistrati – sottolinea ad Agorà, su Rai 3, il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto – c’è una volontà del Parlamento che, nelle due commissioni di Camera e Senato, ha indicato una sola direzione. Questo non poteva essere ignorato. Il Csm fa da perno sulla determinazione del chi se ne occupa e del come si svolgono questi test, che si collocano fra la prova scritta e quella orale. E la Commissione, proprio nella prova orale, sarà chiamata a valutare l’accesso alla magistratura – evidenzia – anche tenendo conto dei risultati di questi test. Il ministro Nordio lo ha spiegato chiaramente: il Minnesota è un test che viene abitualmente utilizzato nello screening lavorativo. Così com’è strutturata, questa scelta non incide minimamente sull’autonomia e l’indipendenza della magistratura”.
Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Noi moderati, Coraggio Italia, Maie puntualizza: “Non avevamo dubbi sulla reazione sui generis di taluni magistrati, specie quelli sindacalizzati, e della sinistra alla decisione del Governo di prevedere i test psicoattitudinali per i neo-magistrati che partecipano ai prossimi concorsi dal 2026. È una previsione – continua – che già esiste per specifiche professioni, tra cui per le Forze dell’ordine, per i servizi di intelligence, che mai hanno immaginato di protestare, opporsi o persino scioperare per una presunta ed in effetti inesistente violazione di diritti. La verità – ribadisce – è che il magistrato, pubblico ministero o giudice, svolge un’attività molto delicata e ha in mano la vita delle persone”. Pertanto, per Biancofiore, “necessita di molto equilibrio psichico e morale per svolgerla al meglio. Fare, dunque, una valutazione ante, prima di accedere al ruolo, è giusto e opportuno, come avviene in altri Paesi europei”.
Anche il vicepremier Matteo Salvini dice la sua. “Tutti i lavoratori, se sbagliano, pagano: anche un magistrato, qualora sbagliasse con dolo, deve pagare le conseguenze, visto che amministra la cosa più preziosa per ogni cittadino che è la libertà di una persona”. Di altro avviso, infine, Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. “Un candidato che supera una prova scritta difficilissima e sta per coronare il sogno di una vita, magari con ottimi voti, può essere bocciato per qualche domandina di un professore di psicologia? Ma se non è pazzo così, ce lo facciamo diventare” sono le sue parole al Corriere della Sera.
di Tommaso Zuccai