lunedì 18 marzo 2024
In Basilicata, il centrosinistra ha sbagliato praticamente tutto. Metodo, candidato e alleanze. E ha frantumato il cosiddetto campo largo. E ora, naturalmente, si trova nel caos. Domenico Lacerenza (nella seconda foto in basso), il nome su cui il Pd puntava per la guida della Regione, si è ritirato. Al suo posto correrà Piero Marrese (nella foto in alto), sostenuto dai dem, dal Movimento 5 stelle, dall’Alleanza Verdi e Sinistra e da +Europa. L’endorsement ufficiale viene reso noto attraverso un comunicato congiunto. La scelta di Marrese è arrivata dopo che sabato il precedente candidato, l’oculista Domenico Lacerenza, aveva rinunciato a candidarsi nonostante fosse già stato annunciato dalla coalizione. Marrese fa parte del Partito democratico ed è presidente della provincia di Matera dal 2018 e sindaco di Montalbano Jonico, un Comune di circa 7mila abitanti sempre in provincia di Matera. Dopo il ritiro di Lacerenza si era fatto il nome di Angelo Chiorazzo, sostenuto dai dem lucani e alcune liste civiche. Lo stesso imprenditore di Senise (Potenza) in un lungo post aveva annunciato la propria candidatura. “Per seminare – aveva scritto Chiorazzo – occorre voltare pagina. Per questo, abbiamo deciso, insieme a Basilicata Casa Comune, di candidarci a rappresentare questo moto di popolo. Assieme a noi ci saranno altre liste civiche e chi vorrà sposare questo progetto”. Il centrosinistra, mosso da un veto pentastellato, ha provato a convincere Chiorazzo a fare un passo indietro. Ma la moral suasion esercitata sull’imprenditore ha dato esito negativo. Così, quel che rimane del campo largo ha appoggiato il presidente della provincia di Matera.
LE PAROLE DI MARRESE
“Ho parlato con Schlein e Conte anche ieri sera, c’è fiducia in quello che c’è da fare. Io poi sono l’unico candidato lucano in corsa, Bardi è nato in Basilicata ma vive prevalentemente fuori, come Marsilio in Abruzzo. Batterlo? Ne sono sicuro, dobbiamo continuare a lavorare sull’ascolto dei territori”. Lo ha detto, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari su Rai Radio1, a Un giorno da pecora, Piero Marrese. “Mi ha chiamato prima Elly e poi Conte, che – ha proseguito Marrese mi ha dato la piena fiducia dei 5 stelle, ma le chiamate sono state quasi contestuali. Con Avs invece abbiamo fatto una video call insieme a Bonelli e Fratoianni”. Si è parlato tanto di campo largo, lei è d’accordo con questo termine? “Il mio – ha concluso il candidato del centrosinistra a Radio1 – è il campo vincente”.
ITALIA VIVA SI SCHIERA CON IL CENTRODESTRA
Frattanto, Matteo Renzi, nella e-news ai militanti di Italia viva, rende noto l’appoggio del partito a Vito Bardi (nella terza foto in basso). “Anche in Basilicata – ha scritto l’ex premier – il Pd non fa una gran figura. Al quinto candidato bruciato forse qualcuno potrebbe ricordare al Nazareno che un tempo si sceglievano le primarie aperte, non il primario di oculistica individuato da quattro persone chiuse in una stanza. Ho letto polemiche perché Italia viva in Basilicata sostiene Vito Bardi. Non vedo perché stupirsi: Bardi è un uomo delle istituzioni molto serio. Noi stiamo con Bonaccini o De Luca in un’alleanza di centrosinistra, possiamo ben sostenere un sindaco riformista come Bucci a Genova o un amministratore come Vito Bardi a Potenza. Alle Europee invece andiamo avanti sulla nostra strada lontani dai sovranisti di destra e dai populisti di sinistra”. La presa di posizione di Renzi era stata preceduta da un’intervista al QN rilasciata da Raffaella Paita. La coordinatrice nazionale di Italia viva aveva annunciato ufficialmente che “il generale Vito Bardi è un candidato moderato e Italia viva, per il bene della Basilicata, sosterrà la sua candidatura alla presidenza della regione. Ci presentiamo nella sua lista per valorizzare l’area civica, centrista e moderata”. “Bardi è un moderato e un centrista e abbiamo stima di lui. Italia viva non è un partito ideologico: valutiamo competenza e serietà. Per questo l’abbiamo scelto”. Così Paita aveva spiegato perché il partito renziano ha deciso di appoggiare il candidato di centrodestra in Basilicata. “Noi non scegliamo in base all’appartenenza politica. In Abruzzo abbiamo sostenuto il candidato del centrosinistra: ogni regione è un caso a sé. Se scegliessimo in base all’impostazione ideologica non saremmo coerenti con il nostro ruolo di partito che fa scelte in base a programmi e uomini giusti sui territori”. Poi l’affondo: “Abbiamo assistito a uno spettacolo indecoroso nel campo largo, tra candidature bruciate e logiche autoreferenziali e di scontro interno. Da parte dei nostri avversari non ho ancora sentito parlare di un programma”.
AZIONE DICE SÌ A VITO BARDI
Anche Azione sosterrà Vito Bardi. Lo hanno annunciato il segretario lucano del partito, Donato Pessolano, e il consigliere regionale Marcello Pittella. Lo stesso Pittella è assurto agli onori della cronaca per un audio shock inviato ai compagni di partito. “L’uomo di fiducia della Schlein dice che Azione non può partecipare alla lista del centrosinistra perché Calenda ha avuto delle parole poco tenere sul Pd e Conte e soprattutto perché ha detto che Bardi è una brava persona”. È un “comunicato che fa mettere le mani nei capelli. Mi rattrista tremendamente perché vuol dire che c’è proprio un’azione a far male, a far morire. Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono un ebreo per loro che deve morire”. “Insieme a me e Azione – aveva quindi continuato Pittella nell’audio messaggio inviato – adesso andiamo avanti”. L’ex governatore lucano precisa poi di aver “proposto a Chiorazzo, per l’ennesima volta, di fare un patto stasera con me candidato presidente. Lui ha detto che Basilicata casa comune senza lui come candidato presidente non si può fare. Era stato da noi chiamato, con me e Calenda – ha proseguito – a fare un patto ieri e si è rifiutato di farlo perché aspettava il Pd, cioè Speranza, Folino e Bubbico. Noi non possiamo andare a ruota di Chiorazzo – ha infine spiegato – e quindi aderiamo al centrodestra con tutte le difficoltà del caso” e comunque “solo per una ragione programmatica. Ora – ha concluso Pittella – dobbiamo soltanto, se siete d’accordo, lavorare molto, dimostrare che siamo forti in campo, determinati, decisi e che sopravviviamo anche a coloro i quali attentano alla nostra vita politica e istituzionale”. In mattinata, sono arrivate le scuse di Pittella: “Giorni di stress e tensione emotiva hanno generato una ingiustificata e totalmente non voluta iperbole in un audio privato”. “Parole che ho usato per rappresentare il modo in cui, dopo aver governato la Regione per il centrosinistra con dignità e onore, siamo stati trattati”, ha detto il consigliere regionale della Basilicata di Azione. “Sono profondamente dispiaciuto per l’accaduto e mi scuso con chi può essersi sentito offeso”. Interviene sui suoi social anche il leader di Azione Carlo Calenda. “Il Pd ha lanciato il candidato – oculista – dei 5 stelle mettendo un veto all’ingresso di Azione nella coalizione. Il candidato era talmente improbabile che si è ritirato dopo due giorni. Nel mentre si è candidato un altro dal centro sinistra, Chiorazzo, che è ancora in campo e dopo dodici ore è stato candidato un altro sempre di sinistra, tale Marrese, mantenendo lo stesso veto imposto dai 5 stelle su Azione. Questa la cronistoria. Se lascia soddisfatti gli elettori del Pd bene così. Per quanto ci riguarda una coalizione che si muove in questo modo non può governare un condomino. Vi auguro buona strada sotto la guida del grande punto di riferimento dei progressisti, Giuseppe Conte”.
di Duilio Vivanti