Tajani: “Aperti ad allargare ad altre forze di centro”

martedì 12 marzo 2024


“C’è spazio tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein”. Ne è convinto Antonio Tajani. Con la vittoria del centrodestra in Abruzzo, con la conferma di Marco Marsilio alla presidenza della Regione e l’exploit di Forza Italia (13,4 per cento a fronte del 7,5 della Lega), il segretario forzista allarga gli orizzonti del partito. “Superare il 10 per cento alle Europee e il 20 per cento alle prossime Politiche”. Tajani fissa l’obiettivo nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. L’ambizione è “aggregare un’area molto vasta e che cerca rappresentanza. Siamo aperti ad accordi politici con tutti coloro che condividono i nostri stessi valori e la voglia di portare avanti battaglie per la giustizia, per la riduzione delle tasse, per una politica estera seria”. Forza Italia, spiega ancora, si rivolge “a chi non è andato a votare in primo luogo, ma certamente a forze di centro con cui siamo già in contatto, liste civiche, movimenti. Sul territorio, dove Vito Bardi e Alberto Cirio sono stati giustamente ricandidati, anche magari a chi finora si è schierato nel fronte avverso e guarda con interesse alla crescita di un’area moderata per incidere”.

Italia viva e Azione? “Sul piano locale – risponde – se vogliono confrontarsi, noi ci siamo. Lo troverei abbastanza normale, visto anche la provenienza moderata dei nostri candidati. Naturalmente poi ci saranno le Europee e ognuno correrà in autonomia”. In Sardegna è stata doppiata la Lega: “Mi aspettavo la nostra crescita. Sulla Lega a noi non interessa la battaglia interna. Interessa ampliare l’area di consenso della coalizione, non rubare voti agli alleati. Una Forza Italia forte in una coalizione perdente non servirebbe a nulla”. Alle Europee “ognuno farà la sua corsa. Noi puntiamo sul voto utile, che significa scegliere chi in Europa avrà un ruolo determinante per il destino dell’Italia: ovvero noi, che siamo nel Ppe, il partito al quale toccheranno le scelte sulla prossima commissione e i prossimi vertici istituzionali”.

A Tajani replica Carlo Calenda, attraverso un’intervista alla Stampa. “In ogni elezione locale – afferma il leader di Azione – si cerca sempre un dato nazionale che non esiste. Quando si tratta di Regionali, bisogna smettere di parlare astrattamente di campi larghi, stretti, venti che cambiano e lavorare sulla qualità del candidato e delle liste. Marsilio – aggiunge – ha fatto una politica clientelare e il voto organizzato è stato decisivo. Forza Italia – dice ancora – non può occupare lo spazio politico fra Fratelli d’Italia e Pd perché sta in coalizione con Giorgia Meloni. Non ho l’ambizione di far sprofondare il partito di Tajani né quello di Elly Schlein. L’obiettivo è creare un’area liberale repubblicana forte a sufficienza da fermare questo bipolarismo che produce disastri”. In realtà, Calenda rivendica la politica dei due forni di andreottiana memoria. “Non faremo mai coalizioni – prosegue – solo perché alternative alla destra. In Calabria sosteniamo Roberto Occhiuto, bravo e moderato. Nei prossimi voti locali sceglieremo sempre in base al candidato. La certezza è che non appoggeremo mai profili di estrema destra né del M5s. Ma quello che abbiamo imparato a nostre spese è che alle Regionali non c’è spazio per forze terze”. In Basilicata ci sarà un accordo con Pd-M5s? “Qualcuno sa chi sia il candidato del centrosinistra? Mentre dall’altra parte hanno Bardi, che è un moderato perbene. Non è Marsilio. In Basilicata si sta lottando fra i feudatari di Roberto Speranza, quelli del Pd, quelli del M5s, non mi pare un buon sistema. Sarò in Basilicata questo weekend per parlare con i miei”. Sostenere Bardi? Calenda non lo esclude. “Niente è deciso, tutto da verificare”. Anche sul Piemonte “non abbiamo ancora messo mano. Ma anche lì da una parte c’è un governatore uscente, Cirio, che considero un liberale europeista, non un pericoloso estremista. Non si tratta di chi possa tentare noi, ma i nostri elettori”.


di Manlio Fusani