giovedì 7 marzo 2024
Lo spettacolo che offre la politica italiana non è dei più confortanti. Anziché affrontare le gravi problematiche che affliggono il Paese, le forze politiche si esercitano in logomachie, per usare un’espressione di Ugo Foscolo, spesso prive di significato. Ogni evento, in cui si trova coinvolto un esponente di Governo, costituisce pretesto per una richiesta di dimissioni. Il salario minimo, che i Governi di sinistra e i sindacati non hanno mai sostenuto, ora diviene un cavallo di battaglia contro l’attuale maggioranza. Anche la sanità è giunta all’attuale degrado con la prevalente gestione dei Governi di sinistra. Esponenti del Partito democratico, ostentando una inesistente superiorità, hanno ripetutamente chiesto a Giorgia Meloni, la dichiarazione di essere antifascista, ma si sono chiusi nel silenzio quando è stato chiesta a loro quella di essere anticomunisti: fascismo e comunismo sono due mali come dimostra la storia.
La grande storica e filosofa Hannah Arendt, nel suo Le origini del totalitarismo ha spiegato che nazismo e comunismo staliniano sono due regimi ugualmente totalitari pur nella diversità della base ideologica e degli interessi rappresentati. Per quanto riguarda il Governo, questo non può invocare a giustificazione della sua azione politica le inadempienze del passato; esso, peraltro ha una prospettiva temporale sufficiente per realizzare le necessarie riforme prestando particolare attenzione a quei settori che hanno più incidenza sulla vita del Paese: sanità, scuola, giustizia, fisco. La riforma della Presidenza del Consiglio è importante: nell’attuale situazione il capo del Governo è un “Primus inter pares” senza neanche il potere di revoca nei confronti di ministri eventualmente incapaci; deve rispondere di tutta l’attività di Governo, senza gli adeguati poteri.
Vi è poi uno sbilanciamento fra alcuni organi costituzionali, che nel corso del tempo si è andato viepiù approfondendo anche per la mancanza di stabilità politica. In presenza di tali situazioni ha acquisito posizioni di forte preminenza la figura del presidente della Repubblica. Già molti anni addietro, Antonio Baldassarre, a suo tempo presidente della Consulta, che peraltro ha svolto attività politica nelle file del Partito comunista ha sostenuto che in una situazione di instabilità e di divisione delle forze politiche si aprono spazi immensi all’azione del capo dello Stato. Attenzione deve essere riservata alla politica europeistica. L’adesione all’Europa deve essere attuata tenendo conto delle esigenze e della vita del Paese. In sostanza, bisogna incidere sui competenti organismi europei perché siano attuate politiche di sviluppo, superando il puro attestarsi su posizioni e calcoli di ragioneria. Anche se la politica monetaria è attuata dalla Bce, il Governo deve farsi parte attiva perché questa non si limiti alla regolazione dei tassi d’interesse ma attui politiche che favoriscano gli investimenti nei Paesi membri.
La politica fiscale è però nella disponibilità del Governo nazionale. In condizioni di redditi decrescenti e di depressione, una riduzione della tassazione può contribuire a stimolare la ripresa. Noi, però, non ci stancheremo mai di dire che le migliori riforme costituzionali rimangono una scatola vuota senza una autentica riforma della Pubblica amministrazione. Finora tutti gli interventi hanno riguardato l’ordinamento del personale, con scelte del tutto irrazionali, ove, ad esempio, si consideri che è stato privatizzato il rapporto di lavoro di dipendenti svolgenti attività eminentemente pubbliche, ed è stato invece conservato lo status pubblico a impiegati che svolgono compiti prevalentemente interni. Intanto, non doveva essere abolito il reato di abuso d’ufficio, poiché ogni operatore pubblico deve comportarsi con la massima correttezza; doveva, però, esserne riformulata la fattispecie con maggior precisione per evitare arbitri e discrezionalismi.
La Pubblica amministrazione è una cosa seria perché è la prima chiamata a dare concreta attuazione alle politiche dei Governi ed a soddisfare i bisogni dei cittadini. Fin dal mondo antico, per chi conosca un poco di storia, l’amministrazione dello Stato ha costituito oggetto di grande attenzione. L’impero persiano achemenide ha avuto una vita non effimera per una efficiente organizzazione amministrativa. Lo stesso dicasi per i romani, i quali, fin dal più antico periodo repubblicano, hanno avuto una eccellente organizzazione amministrativa; così anche l’impero bizantino. Questi sono principi fondamentali del buon Governo.
di Antonio Contaldi