Azione, Rosato: “Con Calenda per un partito ampio e plurale”

martedì 30 gennaio 2024


“Un’alleanza basata su populismi del M5s non ci interessa”. Parola di un renziano pentito. L’ex presidente nazionale di Italia viva Ettore Rosato, convertito al verbo calendiano, spiega le ragioni del flop del centro macroniano in salsa italiana. “Con Azione – afferma in un’intervista a Qn – abbiamo anticipato un percorso inteso alla costruzione di un partito ampio, plurale, che avevamo iniziato con il Terzo polo poi purtroppo fallito. Si avvicinano le elezioni europee e molte scadenze amministrative. Meglio accelerare. E poi, onestamente, vale per tanti amici che con Elena Bonetti e me stanno aderendo, abbiamo trovato sintonia e accoglienza”. Bonetti sarà vicepresidente di Azione, Rosato vicesegretario con delega agli enti locali e all’organizzazione del partito. Quando “ci approssimeremo al 2027 – aggiunge – discuteremo di elezioni politiche. Oggi non sono sul tappeto. Comunque un’alleanza che si basi sui populismi e le contraddizioni del Movimento 5 stelle non ci interessa. Giuseppe Conte non sa scegliere nemmeno tra Joe Biden e Donald Trump. Matteo Salvini o il Pd gli sono indifferenti. Mi sembra che il problema non sia nostro, ma del Nazareno”.

Secondo Rosato, il populismo di Conte “è il populismo di chi, con un provvedimento come il Superbonus 110 per cento, ha trasferito le risorse di tutti sul 3 per cento della popolazione; di chi ha illuso milioni di persone con un Reddito di cittadinanza servito per comprare il consenso e non per costruire percorsi professionali. Non fa solo proclami: fa danni”. Salute, scuola, salari, sicurezza sono “quattro pilastri dello Stato. Noi vogliamo costruire il consenso con un’opposizione capace di non dire solo no per posizionamento politico, ma di votare le cose condivisibili e osteggiare quelle sbagliate”. Nell’azione del Governo Meloni “sulla politica estera, sul sostegno all’Ucraina, sulla presenza in Europa – osserva – sta andando molto in continuità col Governo Draghi. Questo è un gran bene. Nelle scelte economiche, distribuire pochi euro a tutti aumentando il debito pubblico, invece di investire in sanità e scuola, è un grave errore”.


di Manlio Fusani