L’Italia con l’Ue nel Mar Rosso: “Missione difensiva”

martedì 23 gennaio 2024


L’Unione europea è pronta per la missione Aspides, l’operazione militare che porterà le navi europee a difendere i mercantili dagli attacchi degli Houthi. Il via libera è arrivato nel corso di un Consiglio Affari esteri, che ha certificato il ruolo di primo piano dell’Italia – ma anche di Francia e Germania – nell’organizzazione della missione. Si tratta “prevalentemente di politica di difesa. Da lì transita il 15 per cento del commercio mondiale, e impedire il passaggio dei prodotti significa un aumento dei prezzi spropositato. Quindi, non possiamo sottostare alla minaccia degli Houthi nel Mar Rosso. “L’Italia c’è, si assume le responsabilità”, ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. A Bruxelles il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato la linea del Governo: “Non facciamo la guerra a nessuno, ma la difesa delle navi mercantili è un dovere”. Poco prima, sul tavolo del Consiglio Affari esteri era finito il documento con cui Italia, Germania e Francia hanno delineato i contorni generali della missione, rimarcandone l’assoluta necessità. La risposta dell’Europa è stata positiva.

“Abbiamo concordato l’avvio della missione Ue nel Mar Rosso, ora dobbiamo lavorare per l’unanimità sul quando”, ha spiegato l’alto rappresentante Josep Borrell assicurando di voler completare l’iter per l’avvio dell’operazione il prima possibile. Il 19 febbraio è atteso il via libera ufficiale dei 27 ministri degli Esteri. “La missione Aspides – ha ricordato Tajani – sarà sì difensiva, ma seriamente difensiva”. E dovrà operare su un ampio tratto di mare che di fatto va dal Canale di Suez allo stretto di Hormuz, dove attualmente opera la missione Emasoh/Agenor, che probabilmente sarà inglobata dalla nuova operazione. Il dossier della missione Ue finirà presto anche in Parlamento. M5s e Pd, pur senza preannunciare un’opposizione all’iniziativa, hanno chiesto un’informativa del governo. “Il ministro della Difesa Guido Crosetto riferisca su regole di ingaggio e perimetro della missione”, ha affermato il capogruppo dem in commissione Difesa alla Camera Stefano Graziano. Tajani ha assicurato che il Parlamento sarà informato, sebbene “non sia obbligatorio”, avendo dato le Camere il via libera già alla missione nello stretto di Hormuz.

“Per questa missione di difesa non dobbiamo passare per il Parlamento, per una missione come quella statunitense sì”, ha ricordato Meloni in riferimento alla Prosperity Guardian, che invece ha compiuto attacchi in territorio yemenita. Le regole d’ingaggio saranno oggetto a Bruxelles del lavoro tecnico del Politico-Military Group (Pmg) e quindi del Comitato politico e di sicurezza (Cops). L’Italia invierà certamente una fregata, ma potrebbero diventare due grazie a una rotazione. Sul comando generale la discussione è aperta: non è escluso che vada all’Italia, ma è anche possibile che sia francese, con la postilla che l’operazione Agenor, nel 2020, è nata proprio su iniziativa di Parigi. La partecipazione ad Aspides non riguarderà tutti. Irlanda e Spagna ad esempio, non invieranno navi. Saranno parte della missione gli Stati che partecipano ad Agenor: oltre a Italia, Francia e Germania ci sono Portogallo, Grecia, Danimarca, Paesi Bassi. La missione, per l’Italia, è più che mai necessaria. Roma, il cui export verso i Paesi dell’Asia è massiccio, potrebbe perdere 5,5 miliardi per l’azione degli Houthi. A ciò va aggiunto il rischio di un nuovo boom dei prezzi: le assicurazioni per le navi in transito nel canale di Suez potrebbero raggiungere vette preoccupanti. La rotta alternativa passerebbe per il periplo dell’Africa, con un impatto drammatico sui tempi dei trasporti. Ma l’iniziativa di Roma, Parigi e Berlino – ricordano fonti di Governo – segna anche un passo in avanti importante nella collaborazione tra i tre Paesi dopo i burrascosi mesi dell’emergenza migratoria. E, ha sottolineato Tajani, l’operazione determina “un passo considerevole verso una vera difesa europea”.

(*) Foto della Marina Militare


di Redazione