Antagonismo antisemita

lunedì 22 gennaio 2024


Gli scontri, le tensioni, gli slogan (“Free Palestine”, “Intifada subito”), il ministro Matteo Salvini che ha parlato di “ultimi nazisti rossi” e un clima incandescente registrato a Vicenza, nel corso del corteo organizzato dai centri sociali per protestare contro la presenza di operatori di Israele alla Fiera VicenzaOro. La manifestazione, secondo quanto ricostruito, ha deviato il percorso stabilito e ha cercato di raggiungere il quartiere fieristico. Poi il contatto con le forze dell’ordine, gli identificati e le immagini ancora al vaglio degli investigatori.

Un vero e proprio mezzogiorno di fuoco. Questo il commento del segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese: “Non si può più tollerare che un manipolo di criminali travestiti da pacifisti agisca con il chiaro intento di creare disordini e aggredire gli agenti. È stato chiaro fin da subito che questi personaggi facinorosi e violenti fossero scesi in piazza con la sola intenzione di dar luogo a una vera e propria guerriglia urbana. Oltre a esprimere tutta la nostra solidarietà ai colleghi della Questura di Vicenza e dei Reparti mobili, dunque, non possiamo far altro che sottolineare quanto questi movimenti nella maggior parte dei casi si organizzano non per manifestare un ideale, ma alla spasmodica e continua ricerca dello scontro con chi rappresenta lo Stato, mettendo seriamente a rischio l’incolumità non solo dei poliziotti ma anche di tutti i cittadini. A prescindere da come la si pensa in merito a una determinata questione – ha sottolineato – la violenza non può mai essere considerata legittima; ecco perché auspichiamo che la classe politica, in maniera trasversale, prenda le distanze da chi aggredisce i poliziotti: nessun alibi per loro”.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in un colloquio con il questore di Vicenza, Dario Sallustio, ha espresso il proprio “apprezzamento per come le forze di Polizia hanno saputo gestire ancora una volta, con la consueta professionalità, una situazione difficile, evitando guai peggiori e confermandosi presidio fondamentale di difesa della democrazia e della libertà”. Duro, come detto, l’affondo di Salvini. A margine di un evento a Firenze, il leader della Lega ha commentato: “Dei centri sociali penso il peggio possibile e uno che aggredisce un poliziotto è un deficiente a prescindere. Ha fatto bene la Polizia a intervenire”. Dopodiché, ospite a Stasera Italia su Rete 4, ha rincarato la dose: “Chi odia Israele, odia la libertà, la democrazia, la pace, peraltro a una settimana dalla Giornata della Memoria. Quei deficienti che volevano interrompere una fiera a Vicenza, perché c’era un padiglione israeliano, non erano solo antisemiti, ma deficienti, violenti. Spero che passino qualche mese in carcere per rinfrescarsi le idee”.

Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, “dopo il silenzio imbarazzante del segretario del Pd, Schlein, sui centri sociali che hanno assaltato gli stand israeliani a Vicenza e ferito diversi appartenenti alle Forze dell’ordine, è necessario un chiarimento sull’utilizzo di locali di proprietà del Comune di Vicenza concessi, da oltre un decennio, al centro sociale Bocciodromo. Parrebbe, infatti, che proprio da qui siano partiti i protagonisti degli scontri, al netto del fatto che, all’evidenza, entro quelle mura, si seminano idee antisemite che si traducono poi in azioni di sopraffazione e violenza. Vero è che un indizio è un indizio, ma due indizi cominciano a diventare una prova inquietante. Il silenzio della Schlein si sta trasformando, infatti, sempre di più in un surrettizio e riprovevole assenso a quanto accaduto sabato a Vicenza e proprio per questo sarebbe ora che chi rappresenta il Pd battesse un colpo”. Il Nazareno, attraverso un comunicato, ha replicato: “Foti non lo sa perché appartiene a un’altra cultura politica. In Fratelli d’Italia, che è un partito a conduzione familiare, parla solo il capo e quelli come lui solo quando hanno il permesso del capo. Il Pd invece ha una classe dirigente nei territori, come il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, che ha già preso, tra gli altri, posizione sull’argomento, chiarendo che non ci sono giustificazioni per i manifestanti violenti”. Per inciso, Possamai ha fatto sapere tramite i propri canali social: “Chi scende in piazza con i bastoni e il viso coperto va contro l’eredità dei padri costituenti che hanno voluto scrivere quell’articolo, dopo gli anni più bui della storia del nostro Paese. E non fa torto solamente a quelle righe della nostra Carta, ma fa anche male alla causa che dice di sostenere: è una contraddizione in termini chiedere la pace e il cessate il fuoco manifestando con la violenza”.

Sempre sul fronte dem, il deputato Piero Fassino, su X, ha preso una posizione netta, senza intermediari: “Quel che è accaduto a Vicenza indica quanti danni stiano producendo la criminalizzazione di Israele e la diffusione di pulsioni antisemite e antiebraiche verso cui è colpevole e inescusabile ogni forma di passività”. E il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera ha specificato: “La violenza o qualsiasi altro atto contrario alla legge non è ammesso. Episodi come questi non aiutano a costruire una riflessione collettiva su quanto sta accadendo in Israele e sulla ricerca di una strada di pace e superamento del conflitto, che è già così complessa da individuare e concepire senza le proteste come quelle di Vicenza”.

Infine Stefano Parisi, presidente dell’associazione Setteottobre, nata per contrastare il negazionismo, l’odio antisemita, per riaffermare il diritto di Israele a difendersi e per lavorare per la difesa dei valori delle democrazie liberali, ha parlato di un “gravissimo episodio di intolleranza e antisemitismo che non deve essere sottovalutato. C’è una marea montante di odio contro gli ebrei e contro l’Occidente che deve essere fermata, senza ambiguità e opportunismi. Di fronte a questi numeri e a fatti come quelli di Vicenza, chiediamo a tutte le forze politiche un segnale chiaro, senza più ambiguità, contro l’antisemitismo e le sue menzogne, per difendere il diritto di Israele all’autodifesa e alla tutela della propria sicurezza contro la barbarie di Hamas. Chi ha a cuore i valori e i principi della democrazia, del diritto, della giustizia, del rispetto dei diritti umani non può che difendere Israele”.


di Tommaso Zuccai