Europee: l’ultima tentazione di Schlein

martedì 16 gennaio 2024


Volere è potere. Eppure la corsa di Elly Schlein alle Europee registra dei mugugni all’interno del Partito democratico. Come manifestato dalla deputata dem, Paola De Micheli, in un’intervista al Corriere della Sera: “Capisco chi pensa che possa essere un bene che Elly Schlein si candidi per Bruxelles. Si punta sul traino vincente della segretaria. Ma le controindicazioni per questa operazione sono diverse”. Da qui l’affondo: “Vorrei cominciare dall’effetto che inevitabilmente genererebbe sulla corsa delle altre candidate. La segretaria capolista dovrebbe lasciare il posto al secondo, un uomo, per via dell’alternanza”. Per De Micheli: “Una candidatura della segretaria porterebbe il resto del partito a impegnarsi con poco entusiasmo nella competizione elettorale. C’è invece bisogno di tutte le forze in campo, in un impegno collettivo ad ogni livello di tutte e di tutti”. E ancora: “Non dobbiamo essere identificati come il partito del leader. C’è già il partito di Giorgia Meloni per questo. Ricordiamoci di Matteo Renzi”. Con la postilla: “Sarebbe la prima segretaria a candidarsi. Renzi invece candidò in Europa cinque donne. Con lo straordinario risultato che ricordiamo”.

Stefano Bonaccini, su Agorà, a Rai 3: “Dovremo interrompere questo dibattito, finché prenderemo una decisione a partire da cosa ci vorrà dire Elly Schlein su quello che vede come futuro personale del Partito democratico rispetto alle elezioni europee. Sarebbe incredibile che noi impedissimo alla nostra segretaria di partito, se lo vuole, di potersi candidare portando certamente un valore aggiunto a quella competizione”. Secondo il presidente della Regione Emilia-Romagna sarebbe sbagliata “una candidatura capolista in tutte le circoscrizioni”, perché è “alterità rispetto a quello che noi siamo, cioè un partito plurale, che ha una classe dirigente diffusa”.

Infine, la senatrice del Partito democratico, Sandra Zampa, in un’intervista al Quotidiano nazionale, nota: “L’ho sempre sentita parlare di comunità, di famiglia. Ora si corre da soli? Abbiamo contestato le candidature a destra e a manca perché il cittadino elettore deve avere una vicinanza massima con l’eletto, e ora ci candidiamo per dimetterci? Sarebbe una presa in giro paurosa”. E poi: “Se Elly si candida e poi si dimette, al suo posto subentra un uomo. Proprio lei che ha contestato a Meloni di correre da sola? Io conosco la sua passione per l’Europa, ma una sua candidatura oggi sarebbe un errore molto grave. Io sinceramente non penso che lo farà”.


di Toni Forti