giovedì 4 gennaio 2024
“Sul terzo mandato ravviso pro e contro, sono laica su questa materia. Sul metodo però, penso sarebbe corretto che una eventuale iniziativa venga presa dal Parlamento. Se il Parlamento intende prendere una iniziativa sul terzo mandato su sindaci e presidenti di Regione ne parlerò con il mio partito di riferimento. Non sarebbe una buona iniziativa se presa dal governo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla conferenza di fine anno. Sul tema (circa il quale Partito democratico per ora non vuol sentirne parlare) è interessante l’intervento di Mattia Palazzi, sindaco di Mantova in quota dem, che in un colloquio con Il Foglio confessa: “Siamo proprio un Paese al contrario. Quando i cittadini possono liberamente decidere, come per sindaci e governatori, mettiamo un limite al numero di mandati. Se invece il ruolo dipende dalle segreterie dei partiti, dove di fatto gli elettori non possono esprimersi, i limiti non esistono”.
E ancora: “Ritengo che il Pd, come forza nazionale, non possa non avere una posizione politica chiara. Da anni qualcuno si è dimenticato la nostra storia e il nostro presente, fatto di amministratori validi, apprezzati e votati nei territori e nelle città”. A seguire, commenta: “La proposta dei sindaci è togliere ogni limite o quanto meno arrivare al terzo mandato. È la stessa tesi sostenuta all’unanimità dall’Anci, proposta anche dal presidente Decaro. Ricordo poi che in Europa uno sbarramento del genere esiste solo in Portogallo, ma si arriva comunque a tre elezioni, e poi in Polonia. È la dimostrazione dell’anomalia italiana”. E ragiona: “Se un partito ritiene di non candidare un proprio governatore, lo fa con una decisione politica, legittima. Bisogna avere il coraggio di assumerla. Altra cosa è usare un’ingiustizia come il limite dei mandati per un calcolo politico, togliendo la possibilità di scegliere ai cittadini”.
di Tommaso Zuccai