Toni Negri fu ed è

lunedì 18 dicembre 2023


Il trapasso di Toni Negri non è una morte. Per fideisti e gnostici, cioè per chi crede o sa, è un cambiamento di condizione; per gli immanentisti, un passaggio dalla cronaca – politica e giudiziaria – alla Storia. Infatti, Toni Negri lo merita. Come scienziato della politica è più grande di quello che molti opinano. La grandezza di uno studioso, infatti, non è nella complessità del suo sistema d’idee, ma in un concetto nuovo, o riproposto lucidato a nuovo, del quale anche gli avversari debbano tener conto. Si pensi a Benedetto Croce e alla teoria dei distinti.

Bene, di Toni Negri resta la distinzione tra potere costituito e potere costituente, cioè fra esercizio del potere – nel quadro della Costituzione, formale e/o materiale, data – e un potere “rivoluzionario” che mira a sostituire il potere costituito con un altro e diverso. È chiaro come i terroristi – eversori del potere in atto – siano portati a far proprio il concetto per i loro fini. Ma l’idea in sé è inattaccabile. È anche certo che un marxista come Toni Negri, nella seconda metà del Novecento, sia stato portato a sostenere l’esercizio, anche eversivo, di un potere costituente. Per questo fu particolarmente inviso ai democristiani e ai comunistitogliattiani”. I primi esercitavano il massimo del potere costituito; i secondi, nel rispetto degli accordi di Jalta, tendevano ad agguantarlo per compromesso, sfruttando una Costituzione vigente, in certe cose ambigua dalla nascita.

Comunque, la sua connessione con le Brigate rosse non fu mai provata. Le condanne subite lo furono per “concorso esterno”. Un qualcosa di ambiguo – elaborato da una giurisprudenza incapace di trovare le prove – fatto proprio da un legislatore anch’egli ambiguo. Oltretutto demagogo ed ignorante. Infatti, negli “anni di piombo” dette in pasto alla pubblica gogna il qualificare reati, già previsti dal Codice penale, in nuove fattispecie con lo “scopo di terrorismo”.

Ignorarono che fin dai primi trattati di estradizione, del XVIII secolo, vennero esclusi i reati caratterizzati in senso politico. Ciò in quanto si intese fornire una tutela alla libertà d’opinione, stante la grande diversità dei regimi. Infatti, certi atti possono configurarsi reati in uno Stato ed essere addirittura commendevoli in un altro ordinamento. Per questo, la Repubblica francese non concesse mai nessuna estradizione richiesta per Toni Negri. Chi scrive fu sul fronte opposto al suo, ma da posizioni liberali, schernendo la goffaggine intellettuale dei suoi persecutori italiani.


di Riccardo Scarpa