Manovra, salve le pensioni dei medici e il Ponte sullo Stretto

lunedì 18 dicembre 2023


La Commissione Bilancio del Senato ha approvato gli emendamenti alla Manovra del Governo. Nella seduta notturna sono stati approvati anche i testi dei relatori e alcuni delle opposizioni. Ora manca solo il mandato al relatore, che verrà conferito nel corso della mattinata dopo l’analisi degli ordini del giorno e le dichiarazioni di voto. Approvato un testo comune delle opposizioni, votato da tutti, che destina 40 milioni di euro a iniziative contro la violenza sulle donne: dai centri antiviolenza al reddito di libertà. Il testo della Legge di Bilancio è atteso in aula a Palazzo Madama a partire dal pomeriggio di mercoledì 20 dicembre con il voto di fiducia fissato per venerdì 23 a metà giornata per poi passare alla Camera dal 27 per concludere l’iter a Montecitorio entro il 30. Non c’è spazio per un emendamento in materia di proroga temporanea dello stato avanzamento lavori del Superbonus 110 per cento.

Non è stato depositato, invece, un testo che il Governo aveva preparato in extremis e dava la possibilità ai dirigenti medici e ai docenti universitari del settore sanitario di andare in pensione a 72 anni invece che a 70, un provvedimento che ha trovato la contrarietà dei camici bianchi e potrebbe essere discusso nuovamente nei prossimi mesi. Poco prima delle 6 di mattina sono stati votati invece i testi depositati nei giorni scorsi dal Governo e dai relatori. Dopo le polemiche delle scorse settimane l’Esecutivo ha presentato una misura che salva dalla possibile decurtazione le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti degli enti locali, maestri e ufficiali giudiziari dalla stretta che rivedrà al ribasso l’importo delle pensioni, mentre saranno penalizzate le uscite anticipate, a eccezione di coloro che maturano i requisiti entro il 2023.

“È stato un lavoro molto impegnativo, alla fine il Governo ha portato a casa diversi risultati: abbiamo dato ascolto alle opposizioni e non abbiamo compresso il dibattito”, commenta il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine del voto. Gli altri emendamenti del Governo riguardano i fondi per l’integrazione salariale delle forze armate e delle forze dell’ordine, la rimodulazione delle risorse per il progetto del Ponte sullo Stretto, una parte ora sarà a carico delle Regioni Calabria e Sicilia tramite i fondi coesione, e stanziamenti per gli enti locali versati anche in ragione della recente modifica delle aliquote Irpef. Tra i testi dei relatori invece spicca uno che chiarisce i termini dell’aliquota per la cedolare secca sugli affitti brevi, concedendo ai proprietari di più immobili la possibilità di sceglierne uno su cui applicarla al 21 per cento e non al 26 per cento come per gli altri.

Previste risorse per il Giubileo del 2025. Circa 200 Comuni invece avranno più tempo – fino al 15 gennaio 2024 – per determinare le aliquote Imu del 2023, si tratta di località che non avevano ancora trovato il modo di fissarle. In arrivo anche un finanziamento che mette a disposizione 15 milioni di euro per la zona di Caivano e un accordo di programma con il Mimit. Il cuore della Legge di Bilancio riguarda la conferma nel 2024 del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro, in combinato con la nuova modulazione delle aliquote Irpef che accorpa le prime due, per lasciare in busta paga circa 100 euro al mese in più ai lavoratori dipendenti. Un provvedimento che impegna quasi 11 miliardi di euro. Previsti inoltre più di 3 miliardi di fondi aggiuntivi sulla sanità e circa 5 per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.


di Redazione